TITOLO ORIGINALE: No One Will Save You
USCITA ITALIA: 22 settembre 2023
USCITA USA: 19 settembre 2023
REGIA: Brian Duffield
SCENEGGIATURA: Brian Duffield
CON: Kaitlyn Dever
GENERE: horror, thriller, fantascienza, drammatico
DURATA: 93 min
DISPONIBILE SU: Disney+
Lo sceneggiatore Brian Duffield si cimenta, per la seconda volta, alla regia in Nessuno ti salverà, un horror fantascientifico a tema alieni che coniuga passato (L'invasione degli ultracorpi e Steven Spielberg) e presente (A Quiet Place) del filone. Malgrado l'interpretazione notevole di Kaitlyn Dever, il film è solo l'ennesimo prodotto che insegue l’allure, ma non rispetta la dignità del genere.
È davvero possibile, nel 2023, pensare, scrivere e produrre un film originale con gli alieni? Magari sì, ma non lo è certo seguendo il metodo che lo sceneggiatore Brian Duffield (Insurgent, La babysitter, Love & Monsters) ha adottato per Nessuno ti salverà, suo secondo tentativo dietro la macchina da presa a quasi tre anni dall’insolita dark comedy Spontaneous.
Infatti, quel che, di straordinario, terrificante ed alieno succede a Brynn - una giovane ragazza la cui vita è stata completamente spezzata dal lutto della scomparsa dell’amica (di cui è direttamente responsabile) e della madre, e che, per colpa del biasimo e delle maldicenze dei concittadini, si è ritirata e rinchiusa volontariamente nella solitudine ovattata e silenziosa della casa d’infanzia - viene portato avanti con una sintesi, una coniugazione del passato e del presente del cinema di ufo ed invasioni extraterrestri.
Ritroviamo dunque i fasti del seminale L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel, gli imprescindibili echi e rimandi spielberghiani (da Incontri ravvicinati del terzo tipo ed E.T., ad A.I. - Intelligenza artificiale e La guerra dei mondi, con qualche inquadratura mutuata direttamente da Jurassic Park), variazioni più recenti quali Signs di M. Night Shyamalan (specie nei numerosi segmenti di home invasion), Dark Skies, Il quarto tipo, ed infine l’originale concept di Scott Beck e Bryan Woods per A Quiet Place di John Krasinski, unito ad un occhio di riguardo verso l’horror del Sol Levante.
Laddove in Arrival di Denis Villeneuve il fulcro dell’invasione aliena era allora l’indispensabilità del comunicare, in Nessuno ti salverà non c’è più nulla da dire. Esistono solo il brusio denigratorio di chi giudica ed osserva da lontano, da una distanza di sicurezza (forse un discorso sul mondo delle interazioni e dinamiche social?), e il mutismo del proprio dolore e del proprio senso di colpa, con cui la nostra Brynn sarà chiamata tuttavia a fare i conti nel più inaspettato dei modi. Pertanto, la cifra specifica della pellicola, ancor più decisiva e radicale rispetto al prodromo di Krasinski, sta proprio nell’avere soltanto una linea di dialogo in 93 minuti di durata.
Ciò detto, pur non essendone certo l’inventore (anzi di recente, ad utilizzarlo, sono stati anche i succitati Beck e Woods nel loro opaco debutto registico, 65 - Fuga dalla Terra), Brian Duffield è forse uno di quelli che, quel metodo di cui sopra, lo ha applicato in maniera più scialba e svogliata. Per chi scrive l’unico motivo legittimo per cui qualcuno dovrebbe scegliere di dare una possibilità a Nessuno ti salverà (e, soprattutto, di vederlo fino in fondo!), oltre all’avere probabilmente una magra esperienza di visioni, è quindi la prova notevole, lo sforzo attoriale, il vero e proprio tour de force di Kaitlyn Dever (Detroit, Beautiful Boy, Ticket to Paradise), impegnata affannosamente a tenere sulle spalle e continuare ad alimentare il coinvolgimento e la credibilità di quanto messo in scena, inventandosi un vasto spettro di facce ed espressioni, e reagendo fondamentalmente al nulla, reso visibile solo in seguito, in sede di post-produzione.
Purtroppo, malgrado tutte le buone intenzioni e la sua buona volontà, la sua interpretazione - che ricorda, in particolare nei suoi angoli bui e ambigui, tante eroine della fantascienza che, negli anni, si sono succedute sugli schermi - non viene supportata a modo dall’impalcatura filmica di Duffield & co., manchevole, in primis, per quel che riguarda le creature aliene che prendono di mira e assediano la casa di Brynn. Queste ultime sono infatti immaginate secondo un gusto, un’immagine ed uno stile quanto più derivativi, e renderizzate con una computer grafica palesemente artificiosa, che ne sbaglia la consistenza e la corporeità e ne rende davvero poco fluidi, naturali ed inquietanti i movimenti. Non si discostano molto nemmeno la fotografia di Aaron Morton, che procede per composizioni ed immagini predigerite ed omaggi che lambiscono tuttavia il confine con la clonazione (per dirla in termini fantascientifici) o il plagio, e la colonna sonora generica di Joseph Trapanese.
Inventiva, intuizione, ma anche il sapore e l’odore che accompagnano e vanno sempre a definire l’atmosfera del miglior cinema di genere, latitano perciò in Nessuno ti salverà, il quale, dopo una ripetizione ossessiva e alla lunga tediosa delle stesse situazioni e delle medesime soluzioni, vorrebbe anche puntare - va da sé, invano - a qualcosa di più alto ed ambizioso, rivestendo di metafora esistenziale e dramma psicologico una confezione placidamente e solamente interessata (a spese della complessità della scrittura) all’esercizio tensivo e horrorifico.
Solo la memoria corta di chi guarda può e potrà salvare il tentativo di Brian Duffield, l’ennesima, forzat(issim)a, affettata pellicola che insegue l’allure, ma non rispetta la dignità del genere.
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