TITOLO ORIGINALE: DC League of Super-Pets
USCITA ITALIA: 1 settembre 2022
USCITA USA: 29 luglio 2022
REGIA: Jared Stern
SCENEGGIATURA: Jared Stern, John Whittington
GENERE: animazione, azione, commedia
Il Black Adam del DCEU, Dwayne Johnson co-produce e presta la voce a tre personaggi in DC League of Super-Pets di Jared Stern, avventura d’animazione, ispirata a quelle cartacee della cosiddetta Legione dei Superanimali ed ambientata in un universo alieno a quello - sgangheratissimo ed ormai irrecuperabile - inaugurato con Man of Steel. Il risultato è una pellicola che sembra dover la sua vivacità e la sua simpatia contagiose, per non parlare della stessa riuscita, alla presenza di questa inimitabile icona, così come a quella, dietro il tavolo della sceneggiatura, di due delle menti geniali dietro Lego Batman. La scintilla che non trova in un intreccio e in una drammaturgia abbastanza schematici e semplicistici, DC League of Super-Pets la trova invece nei personaggi, nei loro design sintetici, talora caricaturali e parodistici, altre volte addirittura eccessivi, e nella loro caratterizzazione irresistibile. Un facile ed innocuo punto di approdo per i più piccoli al mondo dei supereroi DC, che, salvo le dovute eccezioni, non si mostra mai così spensierato, divertente e divertito.
Ma quanto ci crede Dwayne Johnson nell’universo DC? Per dirlo, nell’attesa del prossimo Black Adam - che lo vedrà protagonista assoluto -, vi basterà guardare DC League of Super-Pets di Jared Stern, avventura d’animazione, ispirata a quelle cartacee della cosiddetta Legione dei Superanimali ed ambientata in un universo alieno a quello - sgangheratissimo ed ormai irrecuperabile - inaugurato con Man of Steel, nella quale il fu The Rock doppia Krypto, l’egocentrico, individualista e presuntuoso supercane di Clark Kent, alias Kal-El, alias l’ultimo figlio di Krypton, alias Superman.
Questi si ritroverà a dover unire le forze con una banda trasandata e sciancata di animali da poco super per salvare il proprio padrone, dopo che questi viene fatto prigioniero e tenuto sotto ostaggio da Lulu, porcellina d’India ed ex-cavia di laboratorio della Lexcorp, (neanche troppo) segretamente infatuata del suo capo, il famigerato e malvagio Lex Luthor, acerrimo e storico nemico dell’Uomo d’Acciaio.
Detto ciò, tanto per farvi capire la fiducia e l’incontrastata devozione che questi dimostra per l’antieroe e il film che (speriamo) riaffolleranno le sale tra qualche settimana e riabiliteranno le sorti di un franchise di fatto inesistente, quando non tutelato dalle mani e dalla sensibilità di abili autori e filmmaker (Todd Phillips, James Gunn o Matt Reeves), Johnson co-produce e presta la voce a ben tre personaggi (restate fino ai titoli di coda!) all’interno di una pellicola che sembra dover la sua vivacità e la sua simpatia contagiose, per non parlare della stessa riuscita, alla sua sola presenza; alla presenza di questa inimitabile icona, che sta riempito, a suo modo e senza alcun paragone di sorta, il vuoto lasciato dal compianto Robin Williams quale Re Mida dell’odierno cinema per famiglie.
Ciò nonostante, tale verve, tale sensazione di freschezza e dinamicità, di naturale ed incrollabile attrattività e coinvolgimento, è da attribuire anche all’altra, grande anima produttiva di DC League of Super-Pets. Al tavolo della sceneggiatura, troviamo infatti il succitato Jared Stern e John Whittington, entrambi già penne di Lego Batman, quest'ultimo non solo di una delle massime vette dell’opera di adattamento della mitologia DC per mano di Warner Bros., ma anche un immenso e graffiante lavoro di decostruzione e di demoralizzazione, nerd ed ipertestuale, dell’icona per antonomasia del fumetto nord-americano (insieme a Superman, ovviamente).
Lo stesso Lego Batman, i cui residui ed influenze sono presenti soltanto trasversalmente in quest’ultima produzione del WAG. Più precisamente, in una nuova desacralizzazione delle icone di casa e, ça va sans dire, nella scrittura di un altro, ennesimo Batman cinematografico (doppiato, in originale, nientemeno che da Keanu Reeves), immaginato questa volta come un folletto stralunato e traumatizzato, in maniera forse irreparabile, ma decisamente esilarante, da un passato di morte e pipistrelli in caverne oscure.
Del resto, è proprio sui personaggi, sui loro design sintetici, talora caricaturali, altre volte addirittura eccessivi, e sulla loro caratterizzazione essenziale (nei conflitti esistenziali), netta (nella loro moralità), eppure irresistibile, ché punta la pellicola di Jared Stern per porre rimedio e donare personalità ad un intreccio e ad una drammaturgia che, viceversa, paiono seguire alle lettera tutte le regole, le lezioni, i trucchi e i passaggi che adotterebbe un qualsiasi sceneggiatore in erba.
E se figure come lo stesso Krypto, Asso (interpretato originariamente da Kevin Hart) o la già nominata Lulu sono strumenti abbastanza proverbiali, per non dire semplicistici, principalmente asserviti all’impianto morale del racconto, è nella scrittura di caratteri più di contorno e secondari ché Stern e Whittington dimostrano il coraggio, l’intelligenza, se non proprio la genialità della loro penna.
Il riferimento è, per esempio, alla tartaruga Merton, nient’altro che una vecchietta lasciva e licenziosa che, ogni tanto, non riesce a contenere qualche parolaccia (con tanto di censura sonora), forse il personaggio che più e meglio divertirà la porzione adulta dell’audience; oppure ancora alla stessa villain, legata ed attratta dal proprio capo-sfruttatore quasi fosse una donna che è stata abusata, trattata male e sfruttata dal proprio uomo, ma che ciononostante continua a soffrire una forma morbosa e malata di sentimento e di fascinazione per colui che non l’ha mai rispettata e che la ripudierà non appena gli si presenterà l’occasione.
In fondo, DC League of Super-Pets è sempre la solita storia - solo per mezzo di animali - di crescita, presa di consapevolezza ed ascolto di sé e degli altri, oltre che di riconoscimento delle diverse sfaccettature e dimensioni dello stesso sentimento; un racconto di nuove e vecchie amicizie che nascono e si consolidano all’incombere di una minaccia apparentemente impossibile da sconfiggere.
Eppure - malgrado una povertà produttiva, traducibile in un minimalismo estetico del tratto, delle animazioni e dell’immaginazione mondo diegetico -, è come questa prevedibile e piccola storia viene raccontata a far davvero la differenza. Esattamente come nel caso dei prodotti Illumination (i cui Pets sono due dei titoli ai quali il duo di sceneggiatori sembra fare riferimento), è dunque nelle poche, se non addirittura minime pretese, nell’evidente attaccamento per ciò che si sta raccontando e per l’ecosistema immaginifico e pop-culturale a cui si fa costante riferimento, oltre che nella semplicità dei sentimenti raffigurati, ché DC League of Super-Pets vince e riesce a fare centro nel cuore dei più piccoli, i quali, con questo film, ottengono un facile ed innocuo punto di approdo al mondo dei supereroi DC, purtroppo quasi mai così spensierato, divertente e divertito: forse solo nelle serie animate create da Bruce Timm, si è vista una Justice League così affascinante e spettacolare!
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