TITOLO ORIGINALE: Chip 'n Dale: Rescue Rangers
USCITA ITALIA: 20 maggio 2022
USCITA USA: 20 maggio 2022
REGIA: Akiva Schaffer
SCENEGGIATURA: Dan Gregor, Doug Mand
GENERE: commedia, animazione
PIATTAFORMA: Disney+
Akiva Schaffer (Palm Springs) firma Cip & Ciop agenti speciali, il film originale Disney+ che riporta sul piccolo schermo, oltre trent'anni dopo la cancellazione dell'omonima serie televisiva, la storica coppia di scoiattoli apparsa, per la prima volta, nel 1943. Geniale, inebriante ed esilarante sono i tre aggettivi che meglio descrivono la natura meta cinematografica, intelligente e sardonica alla base dell'operazione di Schaffer e soci, che, a partire da Chi ha incastrato Roger Rabbit, danno vita ad un’irresistibile e creativa fantasmagoria, come non se ne vedevano dai tempi del primo Shrek. Una pellicola che va oltre l'estrem(istic)a caccia al cameo e alla citazione e l'effetto nostalgia, puntando verso picchi critico-teorici davvero inaspettati.
Geniale. Non si potrebbe trovare aggettivo migliore per descrivere Cip & Ciop agenti speciali, il nuovo film originale Disney+, diretto da Akiva Schaffer (produttore del brillante Palm Springs), che riporta sul piccolo schermo, oltre trent'anni dopo la cancellazione della serie televisiva che li ha fatti assurgere a vere e proprie icone della casa di Topolino, la storica coppia di scoiattoli apparsa, per la prima volta, nel cortometraggio del 1943 La recluta Pluto.
Geniale, infatti, è innanzitutto il soggetto di Barry Schwartz, che, in un’intelligentissima operazione di canonizzazione, fa di Cip e Ciop due star che, dopo esser stati le protagoniste di una serie che li ha portati al successo planetario (Cip & Ciop agenti speciali, quella che tutti conosciamo e amiamo), sono oggi tramontate, non fanno più tendenza, sono ormai ridotte a mero merchandising e memorabilia nostalgica. Un antefatto non dissimile da quanto realmente accaduto all'IP [licenza; proprietà intellettuale] dei due scoiattoli, il cui peso, all’interno dell’immaginario collettivo e disneyano, si è assottigliato di anno in anno, in seguito alla chiusura del loro show, venendo soppiantata e superata, per un certo periodo di tempo, dai Chipmunks, “un vecchio cartone che tenta di fare il giovane, cantando canzoni rap”.
Ecco dunque che, nel film di Schaffer, il più razionale e sardonico Cip si è ormai arreso all’idea di essere di nuovo famoso, specie dopo che l’amico e collega lo ha praticamente tradito, escludendolo a priori dalla trattativa di un poi fallimentare spin-off (Zero-Zero-Ciop) della loro serie, ed è diventato un abile agente assicurativo dalla vita tranquilla e ordinaria.
Al contrario, il narcisistico e tonto Ciop è ancora alla ricerca delle luci della ribalta e desidererebbe, come successo ad altri personaggi Disney, un reboot che riportasse in auge lui e il suo compare d'un tempo; è un influencer e, per rimanere al passo coi tempi, ha deciso di sottoporsi ad un “aggiornamento” - alla stregua di un intervento di chirurgia plastica - a quel 3D live action fotorealistico che oggi, nel suo e nel nostro mondo, sembra andare per la maggiore (Detective Pikachu, Sonic, Space Jam: New Legends).
Seppure non si parlino, in pratica, dalla fine delle riprese dell’ultima stagione di Agenti speciali, i due saranno chiamati a ritrovarsi e riunire le forze dopo che Monty - una delle loro co-star, ora ridotto ad un couch-potato con un’ambigua dipendenza dal formaggio - viene rapito da una banda criminale, capeggiata da Sweet Pete: la risposta alla domanda “che farebbe e come diventerebbe Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere, se crescesse?”; poi completata da Bob, un nano vichingo zemeckisiano in motion capture, e Jimmy, un orso polare non troppo sveglio; e specializzata nell'alterazione (in termini di design e stile) a là Frankenstein di personaggi dei cartoni, che diventano poi protagonisti schiavizzati di versioni taroccate auto-prodotte dei film Disney (e non solo).
Se quanto descritto in queste poche righe di sinossi non dovesse bastarvi, sappiate che geniale è pure il mondo diegetico in cui si muovono e si ritrovano a svolgere le proprie indagini Cip e Ciop, che raccoglie il testimone di Chi ha incastrato Roger Rabbit - nume tutelare e stella polare dell’intera operazione - e lo porta, non solo verso estremi già visti e conosciuti, perciò ricalcando le orme, perseguendo la missione di muscolare messa in mostra delle capacità produttive e tentando di riottenere lo stesso effetto nostalgico/ludico/citazionista ricercato da pellicole come The Lego Movie, Ready Player One, il disneyano Ralph spacca Internet o il più sfortunato e già citato sequel di Space Jam, ma anche in direzione di picchi critico-teorici davvero inaspettati.
In tal senso, Cip & Ciop agenti speciali può essere visto - ma sarebbe un peccato ridurlo soltanto a questo - alla stregua di una caleidoscopica, strabordante, affollata ed estrem(istic)a caccia al riferimento, al cameo, alla citazione (ce ne sono davvero per tutti i gusti, in primo piano o nelle pieghe del quadro), o, in altre parole, come un'estasi godereccia ed inebriante per gli spettatori più addentro al mondo pop-audiovisivo e dell’animazione statunitense (non solo Disney), capace per giunta di farci dimenticare la pochezza inventiva del recente Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Tuttavia, il racconto di Dan Gregor e Doug Mand assume pure la forma di un’esilarante e pungente riflessione sulla storia - tra luci (sfavillanti) ed ombre (perturbanti) - e lo stato di salute sia della fabbrica dei sogni per eccellenza (ma è ancora così?), sia della capacità creativa ed immaginifica nord-americana, quasi fosse il prodotto, talora delirante e demenziale, altre volte fin troppo misurato e rigoroso, di una seduta analitica alla quale è stato sottoposto tutto il mondo dell’intrattenimento popolare.
Dai remake live action e i film tarocchi (realmente esistenti, vi basta digitare Stardust) dei classici Disney, passando per la mania del reboot, del biopic, della rimediazione e dei crossover, fino ad arrivare alla febbre nostalgica, al recupero e al feticismo per gadget e merchandise, e alla fortuna, in termini temporali, di certi brand e franchise, a discapito di altri o, in alcuni casi particolari, delle versioni di alcune loro icone (in questo senso, una delle idee più eccezionali del film è senz’altro Ugly Sonic, ovvero l’inquietante Sonic del primissimo e odiatissimo trailer del film Paramount, qui rappresentato come un rinnegato dello show business, costretto a vendersi alla trash television e allo scherno dei "nerd da fiera" per tirare avanti): Cip & Ciop agenti speciali scatta forse una delle fotografie - seppur intestina a quello stesso sistema che motteggia - più intelligenti e appassionanti di Hollywood e dintorni. Un’irresistibile fantasmagoria, come non se ne vedevano dai tempi del primo Shrek, altro grande punto di riferimento per Schaffer e soci.
Una fotografia che, geniale, ingegnosa e creativa, lo è anche e soprattutto dal punto di vista artistico e produttivo, nella concretezza di un mondo che integra elementi live action e animati in maniera più che soddisfacente, vantando inoltre un recupero, oltre che di tutti i diversi stili d’animazione Disney (dalle origini ad oggi), di tecniche tradizionalmente aliene all’ecosistema disneyano, di specifici estetico-artistici, di texture e materiali che faranno gola ad appassionati e cinefili.
A tal proposito, sorge dunque spontaneo interrogarsi sull’effettiva efficacia di un film come questo, che in alcune sue uscite e sfoggi intellettuali sembra pensato quasi esclusivamente per gli addetti ai lavori; presso un pubblico vasto, generalizzato e multi-generazionale come quello abbonato a Disney+.
Difatti, se ci si limita all'analisi dell'intreccio congegnato da Gregor e Mand, non è difficile constatare che ciò che Cip & Ciop agenti speciali propone è fondamentalmente un’avventura dagli echi polizieschi-noir di per sé abbastanza blanda, generica, pretestuosa e “non molto originale” - come fa notare pure uno dei suoi eroi -, la quale viene però elevata, nelle ambizioni, e compensata, nella sostanza, ancor prima che da una cura tecnico-artistica maniacale, da un discorso ed un’operazione meta cinematografica ricchi ed interessanti, che tuttavia poco hanno da dire e, presumibilmente, poco diranno a tutti quegli spettatori, con particolare riferimento ai più piccoli, che quei film, quei personaggi, quegli antefatti, quei riferimenti non saranno in grado di riconoscerli.
Ciò detto, sarebbe comunque ingiusto non riconoscere in Cip & Ciop agenti speciali uno dei film più riusciti, acuti e sinceramente divertenti dell’anno, una delle vette più alte (ed inaspettate) della recente produzione Disney, nonché l'eccellente dimostrazione che, laddove supportati da un senso produttivo e concettuale, non tutti i reboot vengono per nuocere. Vero, Darkwing Duck?
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