TITOLO ORIGINALE: Fresh
USCITA ITALIA: 15 aprile 2022
USCITA USA: 4 marzo 2022
REGIA: Mimi Cave
SCENEGGIATURA: Lauryn Kahn
GENERE: commedia, thriller, orrore
PIATTAFORMA: Disney+
Opera prima della regista Mimi Cave, Fresh racconta la storia della solitaria e timida Noa che, alla disperata ricerca di un’anima gemella, si imbatte nell'affascinante Steve, chirurgo plastico che la invita, a pochi giorni dal proprio incontro, a trascorrere un weekend insieme in una località misteriosa. Un weekend durante cui Noa scoprirà però suo malgrado che il suo nuovo amante ha un appetito insaziabile e insolito. Un comparto tecnico di tutto rispetto, nonostante qualche infantile esercizio, un’estetica vellutata ed una messa in scena che giocano con i luoghi comuni della commedia e dell'horror, e un Sebastian Stan meraviglioso sono i pregi di una pellicola che ciononostante si abbandona ben presto alla più ottusa e manichea propaganda. Incapace se non di rivisitare, quantomeno di impiegare il genere, immobilizzato dalla prova attoriale della propria protagonista, intento nella costruzione di un mondo troppo immerso nel risentimento per parlare al nostro in modo costruttivo, Fresh, più che urgente, attuale, fresco, è un film che, così come i suoi prodromi e i suoi strascichi, aveva, ha e avrà davvero poco, anzi quasi nulla da dire. Al massimo, l'ennesima lezioncina di prudenza nei riguardi degli sconosciuti.
Come si fa riconoscere un film (statunitense, in questo caso specifico) che, nel voler fare politica, confonde quest’ultima con la propaganda (spesso con quella più meschina e ottusa)? È facile. Per prima cosa, questo film deve aver avuto un gran successo in qualche festival di cinema indipendente (sempre statunitense), come il Sundance, ed essere (salvo eccezioni) un’opera prima. Dopodiché, deve giocare - o almeno credere di farlo - con il genere, come può essere l’horror, non prima però di averlo messo al servizio di una metafora acidissima, un attacco feroce e (apparentemente) sagace ai mali della società e/o all’uso di allegorie più o meno forti e graficamente esplicite. Infine, deve essere così evidentemente e catastroficamente coinvolto nel messaggio che vuole diffondere, da passare dalla parte del torto e, così facendo, convertirsi in qualcosa di fazioso, pretestuoso, assolutista, perseverante, inesorabile, appunto propagandistico.
Sia chiaro, non stiamo certo parlando di un metodo di riconoscimento infallibile. Anzi, quando la réclame viene condotta in maniera più misurata, ma soprattutto cinematograficamente sofisticata, ecco fioccare grandissime opere politiche. Vi basti pensare, giusto per citarne alcuni, a Scappa - Get Out di Jordan Peele, il caposaldo della cosiddetta “rivincita afroamericana” al cinema, a Sorry to Bother You o, per quanto riguarda il tema e l’attacco al maschilismo tossico, al magnifico L'uomo invisibile di Leigh Whannell, che rivisita la storia di uno dei mostri classici della Universal per comporre un racconto brillante e filmicamente stimolante di emancipazione femminile, o a Swallow, che invece mischia psycho-thriller e body horror per parlare di abuso e violenza.
Purtroppo però, ancor più probabile è che saltino fuori pellicole invece pedanti, moraleggianti e sciocche, insipide e autocompiaciute sotto il profilo tecnico-formale, più simili a stillicidi esuberanti ed eccessivi che puntano tutto sullo shock value e/o su momenti che camminano in bilico tra il grottesco e il paradossale. Film di questo tipo sono il recente Una donna promettente di un’esordiente Carey Mulligan, pellicola che stravolge i canoni dei filone rape & revenge, gioca con la commedia e il cine fumetto e adotta il ritmo del thriller, al puro e solo scopo di raccogliere consensi riguardo a tematiche che tratta in modo furbo e conveniente, e il gemello siamese Fresh di una (anch’essa) esordiente Mimi Cave, che, dopo essere stato presentato all’ultima edizione del Sundance, sbarca (per noi italiani) in streaming nella sezione Star di Disney+.
Prodotto anche da Adam “Don't Look Up” McKay, Fresh segue le orme di Noa, una ragazza solitaria, abbastanza introversa, alla disperata ricerca di un’anima gemella. La vediamo, nel primissimo segmento del film, in auto, mentre si aggiusta e finisce di abbellirsi, prima di incontrare l'ennesimo uomo che ha matchato su Puzzle Piece, una rivisitazione buffa di una delle tante app di incontri che oggi, per molti, costituiscono l’unico modo possibile per incontrare la propria anima gemella. E, nonostante con l’(unica) amica Mollie tenti di autoconvincersi che, nella vita, sia possibile pure vivere soli, evitando di inseguire il mito del principe azzurro (“fanculo Bella, sono io la Bestia” dirà, ad un certo punto), trovare qualcuno che le corrisponda sembra essere la sola, vera preoccupazione della nostra Noa. E continua ad esserlo fino a quando, un giorno, per puro caso(?), non incontra Steve, affascinante, cortese e garbato chirurgo plastico che propone alla ragazza un tipo di mascolinità diversa da quella predatrice, arrogante, razzista, machista, ipersessuata a cui è abituata. Quest'ultima è così colpita dal ragazzo che accetta (non senza qualche tentennamento) l'invito ad un weekend fuori porta, solo loro due, con destinazione misteriosa. Un weekend durante cui Noa scoprirà però suo malgrado che il suo nuovo amante ha un appetito insaziabile e insolito.
“Mi prendo il tuo culo” è la battuta più emblematica e rappresentativa della sceneggiatura di Lauryn Kahn e, con essa, di un film che, proprio poiché suo gemello siamese, ricalca in tutto e per tutto pregi e difetti del già citato Una donna promettente. O quasi. Da un lato infatti Fresh può contare su un comparto tecnico di tutto rispetto, congruo alle aspettative di un esordio e che, proprio per questo, cade in frivolissimi esercizi e infantili tentativi di stile che lo rendono meno asciutto e significativo di quanto avrebbe dovuto; ma anche su un’estetica vellutata ed una messa in scena che giocano, talora sfiorando la parodia, con i luoghi comuni della commedia sentimentale e dell'horror (dalla serie B alla Z), e, non ultima, su una delle migliori interpretazioni di Sebastian Stan, al contempo carismatico e squallido, inquietante e delizioso nel ruolo di un Hannibal Lecter de noantri.
Dall’altro invece, sarebbe ingiusto soprassedere sulla più completa incapacità, da parte della Cave, se non proprio nella rivisitazione parodistica, quantomeno nell’impiego, tutt’al più scolastico, immobile, privo di guizzi o della benché minima tensione, di un genere come l’horror, con i suoi ritmi e i suoi tranelli (meglio invece sul fronte della commedia sentimentale), sull'inadeguatezza della prova di una Daisy Edgar-Jones schiacciata dal ruolo che è chiamata a ricoprire, e sulla costruzione facinorosa, sediziosa ed inutilmente provocatoria di un mondo sistematicamente anti-sistemico, in cui (attenti che arriva l’allegoria) un ristretto gruppo di maschi bianchi privilegiati paga fior fior di quattrini per mangiare letteralmente giovani ragazze (e perché solo donne? “perché c’è mercato e poi avete un sapore più buono”).
Un mondo che, attraverso questa figurativizzazione, vorrebbe quindi parlare e riflettere il nostro, ma che invece è troppo immerso e percorso dal risentimento e dall’astio - in sé giusto, tuttavia pretestuoso una volta tradotto in immagini e contenuto - per esserlo davvero e, soprattutto, in modo costruttivo.
Ciò detto, un film che ha bisogno di un’ora e cinquanta (fin troppo) per affermare 1. che il mondo è un vero schifo, 2. che sono i maschi (tutti, indistintamente) e “quelle (le femmine che sostengono questi orribili maschi) come te” a renderlo tale, e 3. che l’antidoto a tutto questo altro non è che il vero(!) femminismo o, più nello specifico, la cooperazione tra donne martoriate e martirizzate, più che urgente, attuale, fresco, è un film che, così come i suoi prodromi e i suoi strascichi, aveva, ha e avrà davvero poco, anzi quasi nulla da dire. Più che il manifesto a cui vorrebbe assurgere, l'ennesima e sempiterna lezioncina di prudenza nei riguardi degli sconosciuti.
Sei d’accordo con la nostra recensione? Se sì, lascia un like e condividi l’articolo con chi vuoi.
In più, per non perdere nessun’altra pubblicazione, assicurati di seguirci sulle nostre pagine social e di iscriverti alla nostra newsletter.