TITOLO ORIGINALE: The Bad Guys
USCITA ITALIA: 31 marzo 2022
USCITA USA: 22 aprile 2022
REGIA: Pierre Perifel
SCENEGGIATURA: Etan Cohen, Hilary Winston
GENERE: animazione, giallo, commedia, avventura
Dai creatori di Shrek, Dragon Trainer e Kung Fu Panda, arriva nelle sale Troppo cattivi, esordio al lungometraggio d'animazione del francese Pierre Perifel che, a partire dai racconti illustrati dall’australiano Aaron Blabey, racconta le gesta di una sgangherata, ma abilissima banda criminale composta dalle creature (antropomorfe) più spaventose del reame animale. Ne risulta un film che si rifà prepotentemente all'immaginario dei più noti gangster movie (soprattutto a quelli di Quentin Tarantino), scommette tutto su un ensemble di personaggi carismatici e dal design accattivante e su un ritmo indiavolato, e riesce così a fare centro, soprattutto tra i più piccoli.
Inizia in un tipico diner losangelino, Troppo cattivi, uno di quei diner che si vedono nei film di gangster, ma ripreso come faceva Quentin Tarantino all’inizio e nel finale di Pulp Fiction, con tanto di personaggi che divagano su argomenti futili e bizzarri. Così, giusto per mettere subito in chiaro a quale tradizione cinematografica intende rifarsi questo nuovo film d’animazione della DreamWorks Animation (firmataria di veri capolavori, come Shrek, Kung Fu Panda, Dragon Trainer), esordio al lungometraggio del francese Pierre Perifel, che, a partire dai racconti illustrati dall’australiano Aaron Blabey, racconta le gesta di una sgangherata, ma abilissima banda criminale che opera in un mondo pseudo-realistico e antropocentrico, tuttavia composta dalle creature più spaventose del reame animale - ovviamente antropomorfizzate per l’occasione.
Partendo dal capo, Mr. (altro riferimento tarantiniano) Wolf, il cattivo più famoso di tutti, qui guidatore esperto e affascinante ed adulatorio ladro gentiluomo alla Arsenio Lupin, o meglio, alla George Clooney nella serie Ocean's, passando per il perfido ed egoista Mr. Snake, il flatulente Mr. Piranha e la brillante hacker Mrs. Tarantola, fino ad arrivare al più amabile e dolce Mr. Shark, esilarante maestro del travestimento, è quindi evidente fin da subito che, oltre a questo lieve ma simpatico gioco cinematografico, che prende a piene mani pure dai più noti film di rapina, dallo spy movie e dal cine fumetto, sono più che altro i personaggi e il loro design accattivante, quest'ultimo più vicino alla stilizzazione di Spider-Man: Un nuovo universo che non alla corsa fotorealistica Disney, il grande punto di forza, se non l’unico, vero aggancio affabulatorio di Troppo cattivi.
Difatti, al di là di un ritmo narrativo travolgente e frenetico, che non ammette neppure un momento in cui gli spettatori, specie quelli più piccoli, non siano perfettamente e totalmente immersi in un mondo, segnato, come il nostro, da una catastrofe recente, che ricalca, in una forma più sprovveduta, puerile e basica, la tendenza tracciata dal magnifico Zootropolis - a cui unisce, in secondo luogo, un tratto di disegno delle figure umane molto simile a quello del recentissimo Red della Pixar e qualche evidente scippo al Miyazaki de Il fiuto di Sherlock Holmes -; l’intreccio, i risvolti e le soluzioni narrative architettate dalla sceneggiatura di Etan Cohen e Hilary Winston sono quanto di più intuibile.
Non meno intuibile è inoltre il fine moralistico, il classico "insegnamento" di ogni storia per l'infanzia che si rispetti, che Coen e Winston semplificano e riducono al chiaro scopo di renderlo più onnicomprensivo. Una mossa del tutto inspiegabile, nonché in netta controtendenza rispetto ad un cinema animato, prima orientale, poi occidentale, che, nel corso degli anni, ha dimostrato di poter includere all'interno delle proprie opere messaggi complessi e temi spinosi, adattandoli a misura di bambino e rendendoli estremamente leggibili proprio grazie alle possibilità offerte dall'animazione e al potere di immagini che non conoscono limiti o pongono confini all'ingegno e alla creatività.
Ciò detto, quello che Troppo cattivi rifugge in termini di complessità ed impegno nella scrittura - anzi limitando il tutto ad una parabola di redenzione come tante altre, ad una metafora sul “non giudicare un libro dalla copertina”, sul fatto che cose e persone possono apparire diverse, se le si osserva da un’altra prospettiva -, lo ritrova in uno spirito invidiabile, in uno stile inconfondibile, nel senso di spontanea e naturale comicità che sa infondere ad ogni singola situazione (ecco perché, per il doppiaggio italiano, sono stati chiamati comici come Valerio Lundini e Saverio Raimondo), ma anche nella palpabile chimica che si avverte tra i personaggi. Addirittura, tra lo stesso Mr. Wolf e la misteriosa governatrice-volpe Diane Foxington si percepisce un'esplicita e pruriginosa tensione sessuale.
Tutti elementi capaci di fare di questa “innocuamente cattiva” banda di ladri i perfetti ciceroni all'interno di questa spericolata corsa “semplice, ma alquanto soddisfacente” che, proprio come i prodotti della controparte Illumination, sa parlare o, in questo caso, spesso parla direttamente con i più piccoli. Buoni o (troppo) cattivi che siano.
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