TITOLO ORIGINALE: Me contro Te Il Film - Vacanze in Transilvania
USCITA ITALIA: 19 ottobre 2023
REGIA: Gianluca Leuzzi
SCENEGGIATURA: Emanuela Canonico, Andrea Boin, Gianluca Leuzzi, Sofia Scalia, Luigi Calagna
CON: Sofia Scalia, Luigi Calagna, Michele Savoia, Lorenzo Buran, Antonella Carone
GENERE: commedia, fantastico, avventura, musical
DURATA: 69 min
Gli idoli dei bambini italiani, Luì e Sofì, i Me contro Te, tornano puntualissimi al cinema con la loro quinta avventura, Vacanze in Transilvania. Un more-of-the-same, lo sfruttamento inerziale della stessa formula vincente che ripropone dubbi e primati, interrogativi e riflessioni già posti dai precedenti capitoli.
Quello dei Me contro Te è un fenomeno comunque da considerare, senza dubbio importante per comprendere lo stato di salute del cinema italiano e il suo ormai anacronistico snobismo nei confronti dei prodotti per famiglie e, soprattutto, per bambini. Uno su cui bisognerà senz’altro ragionare, su cui qualcuno - come il puntuale Gabriele Niola - ha già detto qualcosa di interessantissimo, e che chi scrive si riserva magari il diritto di approfondire in un secondo momento, quando o semmai dovesse chiudere il sipario o - lo speriamo per loro, più che altro - ad un punto di svolta, ad un’evoluzione, se non addirittura ad una maturazione del linguaggio e delle modalità scelte.
Infatti, neanche a dirlo, la loro quinta avventura sul grande schermo, dal titolo Vacanze in Transilvania, nuovamente diretta dal sodale Gianluca Leuzzi, è un more-of-the-same, lo sfruttamento ad libitum di una formula ormai collaudatissima e che, per il momento, sembra continuare ad ottenere l’apprezzamento delle platee. E sono proprio la longevità e questo inarrestabile trend positivo a fare dell’universo, della factory Me contro Te l’eccezione che conferma la regola, un caso più unico che raro per il panorama nazionale, specie visto il fallimento dei (pochi, c’è da dire) tentativi di emulazione che si sono succeduti in questi anni. È stata insomma una rapida cannibalizzazione di un mercato impreparato a farne uno sfruttamento pervasivo, con altri volti e altre storie, arbitrariamente saturo.
Ciò non toglie che, nella ricetta dei due nativi youtuber Luì e Sofì (al secolo Luigi Calagna e Sofia Scalia) un qualcosa di magico, di miracoloso, di inspiegabile, vi sia. Pur aderendo in pieno alla trans- e cross-medialità diffuse ed intrinseche nel e per l’audiovisivo contemporaneo, e dialogando in particolare col mondo dei social media e di TikTok (in particolar modo, per quel che riguarda gli immancabili “balletti” e le coreografie relative, pronte ad essere replicate), l’idea di racconto e di intrattenimento alla base di tutti e cinque i film del duo è quanto di più desueto, ancora votato ad una morale, ad una lezioncina, e agli itinerari dei vecchissimi serial cinematografici. Un’idea estranea dunque al dinamismo e alla stratificazione del meglio della produzione family d’oltreoceano, eppure capace di ammaliare e stregare i più piccoli (beninteso, mentre i genitori o chi per loro, grati di questi 69 minuti di quiete, possono comodamente perdersi negli schermi dei loro smartphone).
Nel caso di Vacanze in Transilvania, l’insegnamento riguarda l’accettazione e il rispetto delle paure degli altri, il fatto che le diversità sono un valore e non un limite e non bisogna temerle, e la possibilità di superare quegli stessi timori grazie al sempiterno e zuccheroso potere dell’amicizia.
Al fine di fermare, per l’ennesima volta, i piani malvagi di Perfidia (la storica complice del Signor S.), Viperiana (da Persi nel tempo) e la banda dei Malefici al completo per il controllo del mondo, Luì, Sofì e i loro compagni dovranno recarsi in Transilvania, al Castello del perfido Conte Dracula, per recuperare un diamante dai poteri fatati. In altre parole, il solito McGuffin utile ad innescare la solita trama accessoria (su cui bisogna farsi ben poche domande, a partire dal modo in cui viaggiano verso la terra dei vampiri, e le cui regole ed obiettivi vengono costantemente ribaditi, sia mai che ci si sia distratti) e le solite situazioni, dinamiche e rapporti tra il gruppo di eroi protagonisti, nella solita catena inerziale e programmatica di gag slapstick, puerili giochi di parole, ed ampliamenti di una mitopoiesi ormai incontenibile.
Come si suol dire: visto uno, visti tutti. Con Vacanze in Transilvania ci troviamo allora di fronte all’ennesimo esempio di cinema-lunapark (nel senso che sembra di assistere alle riprese di uno di quegli spettacoli da parco divertimenti), questa volta in territorio halloweenesco e fanta-horror, va da sé stemperato dal tono di commedia e dai momenti di musica, che, al solito, sostituiscono il conflitto, narrano e raccontano la magra evoluzione dei personaggi.
E ancora, ad un bizzarro pastiche postmoderno di rimandi, segni e strizzate d’occhio ai più riconoscibili brand e icone dell’immaginario angloamericano di riferimento: oltre all’irrinunciabile Harry Potter, in questo caso specifico, ai mostri classici, alla riscoperta Famiglia Addams, fresca del successo di Mercoledì, ad Haunted Mansion, fino ad espatriare in territorio musicale con evidenti omaggi alla mitica videografia di Michael Jackson. All’avventura forse più debole del mucchio, sempre sorretta da interpretazioni sopra le righe, iperboliche, didascaliche, e sempre ambientata in quelli che paiono set prefabbricati, trionfo del posticcio e del riciclo, scenografie da serial teen alla maniera di Disney Channel, illuminati a giorno anche quando dovrebbero essere la dimora di un signore delle tenebre, integrati con establishing shots e fondali realizzati con una computer grafica di qualche generazione addietro.
Non sappiamo definire con certezza il motivo o i motivi del trionfo dei Me contro Te. Forse il seguito pregresso e coltivato su piattaforme come le già citate YouTube e TikTok. Forse la loro abilità comunicativa para-testuale. Forse un’innegabile padronanza della propria immagine, una buona dose di autoconsapevolezza ed una conoscenza non banale della psicologia dei piccoli. O magari la totale assenza di una controproposta, di un barlume di concorrenza.
Sarà interessante seguire gli sviluppi di questo progetto appunto unico e curioso (anche per la sua straordinaria estraneità dallo star-system italiano). Ma una cosa bisogna riconoscerla a Luigi Calagna e Sofia Scalia (co-firmatari del soggetto e co-autori della sceneggiatura assieme a Emanuela Canonico, Andrea Boin e lo stesso Gianluca Leuzzi): essere stati tra i primi ed essere oggi tra i pochissimi in Italia, per quel che riguarda il cinema popolare, ad aver proposto un mondo che sovverte gli stereotipi di genere, in cui sono le femmine (siano esse buone o cattive) a far funzionare e a tenere davvero le redini di tutto, mentre i maschietti si dimostrano quasi sempre insicuri, spesso inadeguati. I paradossali bambinoni di un mondo sempre e comunque, eternamente(?) per piccole taglie.
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