TITOLO ORIGINALE: Nata per te
USCITA ITALIA: 5 ottobre 2023
REGIA: Fabio Mollo
SCENEGGIATURA: Giulia Calenda, Furio Andreotti, Fabio Mollo
CON: Pierluigi Gigante, Teresa Saponangelo, Barbora Bobulova, Alessandro Piavani, Iaia Forte
GENERE: drammatico, biografico
DURATA: 102 min
Fabio Mollo racconta la storia di un altro "padre d'Italia" in Nata per te, tratto dall'omonimo libro autobiografico di Luca Trapanese, un film che vuole mettere in luce la spinosa, talora incredibile realtà degli affidi e delle adozioni per i single (e gay) in Italia. Pierluigi Gigante e Teresa Saponangelo sono rispettivamente anima e corpo di un dramma che affronta la complessità umana, sociale e giuridica del caso Trapanese, ricordandoci quanto è importante non dare mai nulla per scontato.
È una delle più belle storie d’amore (di vero amore, come cantava Battisti) degli ultimi anni di cinema italiano, quella di Nata per te di Fabio Mollo. È quella (vera) di Luca Trapanese e della piccola Alba. Lui è un ragazzo di Napoli, che ha fatto dell’aiuto del prossimo, del volontariato e della solidarietà la sua urgenza di vita, la sua vocazione, la missione a cui ha dedicato anima e corpo dopo che ha abbandonato la via del presbiterio. Lei è una bimba affetta da sindrome di Down, abbandonata in ospedale dalla madre subito dopo esser stata concepita, senza nome né cognome (glielo daranno le infermiere).
Il loro sembra un destino certo, scritto con l’indelebile, lei è nata per lui e viceversa. Ma c’è un problema, un ostacolo, un impiccio. Luca è single e, ancora peggio (per la legge e lo stato italiano), gay, visto che, come tutti gli ricordano puntualmente, “non siamo mica la Svezia”. Infatti - prendendo in prestito le didascalie con cui Mollo chiude Nata per te - tutt’oggi in Italia, a meno di situazioni particolari (come appunto quella di Luca e Alba, purtroppo la proverbiale eccezione che conferma la regola), è praticamente impossibile, per chiunque non rientri in una visione “tradizionale” di famiglia, chiedere ed ottenere l’affido, figurarsi l’adozione, di un minore.
Sono dunque chiarissime, fin da subito, le intenzioni e la posizione dialettica precisa in cui vengono collocati il cuore e l’emotività del progetto - che prende le mosse e il titolo dall’omonimo libro autobiografico scritto da Luca Mercadante insieme allo stesso Trapanese. Nata per te è un testo che punta proprio a mettere in luce una realtà dei fatti immobile, antiprogressista ed inconcepibile che ci tocca (o ci dovrebbe toccare) in prima persona, da italiani. Una realtà fondata su valori e idee chiaramente cristiano-cattolici, che parrebbe quasi ridicola ed inverosimile se non condizionasse e, spesso, rovinasse tanto duramente le vite delle persone.
Nel dire e nel mettere in scena questo contesto (sociale, giuridico, politico ovviamente) e questa storia, esso si concentra preminentemente sul racconto sentimentale di tutti, ma proprio tutti, i suoi protagonisti, scansando in gran parte le trappole retoriche e i potenziali patetismi del tutto connaturati all'ardore, all'urgenza del messaggio, e al suo impegno ed approccio socio-realistico, ed esplorando la complessità, anche e soprattutto umana, dell’argomento in nuce.
Protagonisti sono quindi Luca, la sua giovinezza, la scoperta della sua omosessualità e dell’amore (ricambiato e tenero) per un amico, il rapporto con i suoi familiari, con la madre e anche un po’ l’affetto, tinto d’invidia, nei confronti del fratello (a cui, poiché etero, è concesso di perseguire il progetto di una famiglia, pur in maniera non del tutto tradizionale), o ancora l’apparente contraddizione data dalla sua fede e religiosità incondizionate, le quali contribuiscono a renderlo filmicamente un personaggio ancor più autentico, plausibile, in cui è immediato e molto facile immedesimarsi. Ciò nondimeno, il racconto di Nata per te considera ugualmente il punto di vista e la storia privata dell’avvocata(!) di Luca, Teresa Ranieri - anch’essa single, ma con due gemelli che ha dovuto crescere da sola dopo l’abbandono del padre - di cui, attraverso le parole di un personaggio, viene messa in dubbio la buona fede del proprio impegno. Allo stesso tempo, si osservano anche l’algidità, le palesi difficoltà come funzionario e come donna, e le successive titubanze nell’affidare la paternità a Trapanese della giudice Gianfelici, incaricata dal Tribunale dei minori di Napoli del caso di Alba.
Prima di tutto, sono allora il copione e questa sua onestà integerrima e sentita nell’indagine giuridica ed umana di tutte le componenti della vicenda, a permettere al film di Mollo di coinvolgere ed appassionare, pur conoscendo già la vicenda e i suoi esiti, e al di là di qualche passaggio più enfatico e didascalico (in cui si avverte fin troppo bene il proposito informativo, quasi documentario) e di qualche eccesso elegiaco e poetico.
Eppure a convincere decisamente della bontà degli esiti sono più che altro le interpretazioni di due meravigliosi Pierluigi Gigante e Teresa Saponangelo. Il primo è qui impegnato in un ruolo che mette in scena tutto il proprio talento espressivo e comunicativo. L’intensità della sua prova aiuta lo spettatore ad entrare naturalmente nella psicologia di un Luca Trapanese che egli rende sincero, adorabile, e di cui restituisce e rende chiaro, oltre alle emozioni primarie e più forti, anche i procedimenti più subdoli, gli smottamenti emozionali più sottili ed impercettibili, come il dubbio e il rimpianto.
Ma se Gigante è l’anima di Nata per te, Saponangelo ne è senza dubbio la colonna vertebrale, il pilastro necessario. Ella ripercorre, per certi versi, i passi della sua indimenticabile interpretazione della scherzosa e raggiante mamma Maria in È stata la mano di Dio, ma al contempo ritrova una giovinezza ed energia inedite, che, combinate sinergicamente e con grande complicità con la preziosa delicatezza del collega, danno vita ad un mix vivace e vitale. Ad un duo davvero travolgente, di fronte a cui, per quel che ci riguarda, svanisce ogni possibile (e giustissimo, sia mai) biasimo relativo a qualche momento stonato (in particolare, le due interpretazioni canore), alla facilità drammaturgica data dal soggetto, e alla semplicità di modi e soluzioni.
Ciò nondimeno, è proprio Nata per te in primis a ricordarci quanto è importante non dare mai nulla per scontato. Nemmeno il potere delle cose semplici, che in fin dei conti forse tanto semplici ed immediate non sono. Semplice come può essere l'amore puro ed incondizionato di un'anima verso un'altra, di due diseredati dalla società che, grazie a questo stesso amore, riescono a farsi valere, a fare della propria storia non tanto un esempio, ma una possibilità. O ancora, come può essere, semplice, l’immagine di una Napoli (finalmente non da cartolina) statica, afosa, monumentale, immobile attraverso cui riesce tuttavia a fluire un movimento, un vento, una brezza di cambiamento, di novità. Percorsa da un canto libero di straripante affetto.
Allo stesso tempo, la storia d'amore di Trapanese e Mollo ci rammenta pure quanto con (quello che si può considerare) poco, forse addirittura pochissimo, si possa fare invece tanto. Tantissimo. Pure arrivare su Marte.
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