TITOLO ORIGINALE: News of the World
USCITA ITALIA: 10 febbraio 2021
USCITA USA: 25 dicembre 2020
REGIA: Paul Greengrass
SCENEGGIATURA: Luke Davies, Paul Greengrass
GENERE: azione, avventura, drammatico, storico, western
PIATTAFORMA: Netflix
Cinque anni dopo la fine della Guerra civile, un ex capitano dell’esercito sudista si mette in viaggio per riportare a casa un’orfana rapita sei anni prima da una tribù di Kiowa e allevata come una di loro. E’ disponibile, in streaming su Netflix, Notizie dal mondo, l’approdo del britannico Paul Greengrass (Captain Phillips, Bourne Ultimatum) al filone western. Un Tom Hanks inedito ed estremamente in parte è il fulcro di una messa in scena che guarda alle derive più moderne, realistiche e politiche del genere, pur conservando il lirismo e l'afflato tipici dei capolavori di John Ford e Howard Hawks. Non solo un’avventura ed un viaggio attraverso un West diviso e dilaniato, ma anche una riflessione sull’America d’oggi, reduce dagli slogan e dalle fake news della presidenza Trump e proiettata verso una nuova era di ricostruzione.
Fin dagli anni ‘60, il genere western - in particolare, lo spaghetti western - ha sfruttato storie di pistoleri solitari e dal passato ignoto - che si ergono a difensori di meticci, messicani, indiani, rinnegati ed emarginati - come rappresentazione e rielaborazione <<del sogno di una rivoluzione impossibile al presente>> [Brunetta, 2003]. Opere come Se sei vivo spara di Giulio Questi, Requiescant (1967) di Carlo Lizzani oppure Tepepa (1969) di Giulio Petroni, con la loro violenza, le loro sequenze di impiccagione, le loro torture, volevano porsi sullo stesso piano del film politico, riproponendo su schermo - eccezion fatta per l’estetica e il contesto - le immagini e l’iconografia delle rivolte studentesche e della contestazione del ‘68 e di un passato prossimo - quello del nazismo, dell’Olocausto, della seconda guerra mondiale - ancora troppo vivido per essere nascosto sotto il tappeto.
I registi, gli sceneggiatori, i produttori di spaghetti western intridono dunque gli spazi di un genere popolare, che fino ad allora era sempre stato baluardo di ideali e ideologie conservatrici e reazionarie, con modelli e posizioni ideologiche e concettuali completamente opposte.
E non è certo un caso che, dagli anni ‘60 in avanti (anche dopo la fine dell’esperienza e reinterpretazione italiana del filone), quasi tutta la produzione western sia stata caratterizzata da una forte impronta politica. Pensiamo, per esempio, a film come Django Unchained (2012) e The Hateful Eight (2015): non solo due grandi omaggi di un autore come Quentin Tarantino a maestri come Leone e Corbucci, ma anche una trattazione, attraverso un ribaltamento del western classico e dei suoi canoni, del tanto ostico quanto attuale tema del razzismo; oppure a Hostiles (2017) di Scott Cooper, un’opera che usa il periglioso viaggio di un capitano dell’esercito statunitense e di un capo Cheyenne attraverso un’America dilaniata e dicotomica come pretesto per condurre un esame di coscienza; una riflessione autocritica sull’infausto ed inestinguibile conflitto tra whites e natives.
Da oggi, a quelli di Tarantino e Cooper, è possibile accostare anche il nome del britannico Paul Greengrass (The Bourne Ultimatum, Jason Bourne), che, con il suo Notizie dal mondo, muove i suoi primi passi all’interno del genere, dimostrando tuttavia grande consapevolezza e capacità di rilettura e riformulazione di quella lezione e deriva socio-politica, figlia, per l’appunto, del western italiano anni ‘60. Inizialmente inteso per la distribuzione cinematografica, il film è stato recentemente aggiunto al catalogo streaming di Netflix - che, in seguito alla chiusura di molte delle sale per via dell’emergenza sanitaria e a pressioni dello stesso Greengrass, ne ha acquisito i diritti internazionali.
Oltre a rappresentare il primo contatto del cineasta britannico con il selvaggio West, Notizie dal mondo costituisce anche una sorta di naturale prolungamento del suo sodalizio con l’attore due volte premio Oscar Tom Hanks (anch’egli alla sua prima esperienza con il western), inaugurato in Captain Phillips (2013) - biopic/thriller ad alta tensione incentrato sul dirottamento di una nave mercantile statunitense ad opera di un quartetto di pirati somali, che portava in scena la realtà della pirateria in maniera del tutto inedita, con un Tom Hanks assoluto protagonista nei panni di tal capitano Phillips.
Coincidenza vuole che, sette anni dopo (e nuovamente davanti alla macchina da presa di Greengrass), sia proprio Hanks a vestire nuovamente i panni di un capitano in un’opera similmente, se non ancor più attuale e contingente.
Trasposizione dell’omonimo romanzo di Paulette Jiles, Notizie dal mondo catapulta lo spettatore in un’America divisa, disillusa e in rovina all’indomani del quadriennio secessionista. In questo contesto di caduta e fallimento della grande epopea del Far West, la macchina da presa segue le orme dell’ex capitano sudista Jefferson Kyle Kidd che, in seguito all’esperienza bellica e alla sconfitta del suo reggimento, inizia a spostarsi di città in città, raccontando, a schiere di bifolchi e contadinotti analfabeti, storie vere e condividendo le notizie - vere o false che siano - provenienti da ogni angolo del globo. Questa sua attività è ben più di una semplice lettura di titoli e articoli di giornale: queste notizie e queste storie sono infatti presupposto e fondamento di uno spettacolo in piena regola, con tanto di pubblico pagante.
Un giorno, in questo suo monotono peregrinare, il destino di Kidd si incrocerà con quello di Johanna, una bambina di 10 anni catturata dalla tribù dei Kiowa sei anni prima - e allevata come una di loro -, che egli dovrà consegnare ai legittimi custodi, intraprendendo un viaggio impervio e pericoloso tra le praterie degli States meridionali.
Perché dunque Notizie dal mondo è un’opera attuale e contingente? La risposta è ravvisabile in una serie di ragioni e parallelismi che la pellicola intrattiene con la contemporaneità. Più nello specifico, con gli Stati Uniti reduci dal Make America Great Again, ora Uniti per un futuro migliore; reduci quindi da una delle presidenze, quella Trump, più discusse e discutibili di sempre e proiettati verso una nuova era, quella Biden. L’America del film di Greengrass è un’America post-secessionista, multilinguistica, “divisa contro sé stessa” [come recita il pressbook del film], intenta a ricostruire, ricostruirsi, superare le differenze (soprattutto quelle etniche e culturali) e rinascere dalle macerie di uno dei momenti più bui della sua storia. In tal senso, per quanto azzardato, il paragone con l’America post-trumpiana - oltre ad incrociare una marea di punti di contatto, tra cui anche la tematica razzista - è forse il più appropriato e calzante.
Ciò nonostante, quello con gli odierni Stati Uniti non è il solo confronto che la pellicola Netflix instaura con l’oggi (e per cui Greengrass ha preteso a tutti i costi l’uscita in streaming). Infatti, un altro grande tema di Notizie dal mondo sono, guarda caso, le notizie e il modo con cui esse vengono trasmesse (la scelta del verbo non è casuale) al pubblico. Difatti, pur essendo un uomo del 1870 - quindi di un mondo precedente e alieno al cinema, alla televisione e ai social media -, il capitano Kidd non è nient'altro che il proto presentatore di un proto telegiornale.
Infatti, e qui ci avvaliamo di quanto dichiarato dallo stesso Greengrass ai microfoni di BadTaste.it, <<il problema che avevano quelle persone (riferendosi ai racconta storie) erano le stesse che hanno coloro che, al giorno d’oggi, devono dare a tutti noi le notizie. E se la gente non vuole ascoltarle? Se qualcuno, magari qualcuno di potente, vuole che tu dia certe notizie, ma non altre? Cosa accade quando le bugie vengono spacciate come verità?>>. Di conseguenza, i giornalisti e tutti coloro che sono impegnati nel campo dell’informazione si convertono nella <<prima linea di difesa - continua il cineasta - per la democrazia perché il loro compito è quello di raccontare cosa accade a questo mondo e non quello che alcuni vorrebbero venisse raccontato>>.
Invero, non sempre il giornalismo risponde a fini costruttivi o (banalmente) corretti, ma diventa piuttosto un mezzo di propaganda, di diffusione di malcontento e di notizie false: le infauste fake news con cui il popolo del web ha ormai fatto il callo e di cui - e qui torniamo al contesto americano - la presidenza Trump (ma non solo) ha approfittato, al fine di dar vita ad una narrazione tanto pilotata e costruita quanto distorta e falsata; le stesse fake news (o, meglio, un loro prototipo), contro cui anche i nostri Kidd e Johanna si scontreranno durante il loro viaggio attraverso il sud del paese. I due si imbattono infatti nel leader radicale e razzista di una cittadina conciaria, il quale pretende che il capitano legga e declami alla popolazione locale le sue gesta nella lotta e persecuzione di coloro che egli definisce “estranei”.
La rilettura di un presente che non sempre può sperare in un lieto fine: questo può essere uno dei possibili modi di intendere ed interpretare il racconto di Notizie dal mondo. Detto ciò, non dobbiamo però dimenticare che il film di Greengrass nasce innanzitutto come un western erede di una tradizione che, negli anni, ha subito alterazioni, stravolgimenti e maturazioni di intenti, caratteri e tematiche. E’ perciò spontaneo chiedersi se, scevra da qualsiasi forma di sottotesto o discorso parallelo e arricchente, l’avventura di Kidd e Johanna rimanga comunque una storia degna di essere vissuta sul grande/piccolo schermo.
A tal proposito, l’immagine irradiata, fornita ed incarnata dal duo protagonista è quindi quella di un genere ormai saturo di esemplari, che ha bisogno di influenze e contaminazioni esterne e necessita di un qualcosa in più rispetto ad un semplice intento spettacolarizzante ed ad una concatenazione di sparatorie, inseguimenti e assalti al treno adrenalinici e convulsi. Ecco dunque che la sceneggiatura del film - scritta a quattro mani dallo stesso Greengrass insieme a Luke Davies - sceglie per protagonista un uomo pentito, disincantato, arreso, molto più simile ad un predicatore che ad un ex militare o ad un pistolero (emblematica, in tal senso, la scarsa attenzione prestata, sia da parte del personaggio sia a livello di messa in scena, ad armi e munizioni). Un eroe atipico ed intimamente combattuto - interpretato da un equilibrato e paterno Tom Hanks che diventa fulcro della rappresentazione - che, con e grazie alla pura e candida Johanna (una promettente ed espressiva Helena Zengel), al suo passato e al suo destino, ritrova uno spirito vitale, una ragion d’essere o semplicemente la figlia che mai ha avuto e mai avrà.
Tolti i due personaggi principali e malgrado un generale distacco nei confronti del western classico ed epopeico à la John Ford, la messa in scena non disdegna o rinuncia ad una certa dose di lirismo e nostalgia nella costruzione dell’immagine e dell’intreccio, recuperando elementi riconducibili ad una dimensione più tradizionale del filone nei campi lunghi e ariosi, nella grandeur scenografica, nell’afflato della colonna sonora di James Newton Howard e, in particolar modo, in alcune citazioni visive e riproposizioni struttural-narrative - il film è praticamente un Sentieri selvaggi (1956) al rovescio. Detto ciò, l’opera sembra però guardare ben più volentieri alle derive moderne, realistiche (basti vedere la fotografia) e politiche del genere, unendo un tipico contesto post-secessionista con un dramma ristretto, intimo e familiare, contrastante con la summenzionata vastità delle praterie e dei canyon attraversati da Kidd e Johanna nel loro viaggio - che diventa allegoria della ripresa e della rinascita di un’intera nazione.
Una sola e lunga sparatoria è l’unico grande momento “action” (e neanche così spettacolare) di un film che, a livello narrativo e narratologico, preferisce focalizzarsi sui rapporti, sui conflitti interiori ed esteriori e sull’incontro di due culture idealmente contrapposte e radicalmente dissimili tra loro. In conclusione, pur essendo il suo primo vero approccio con il filone ed incappando talvolta in risvolti prevedibili, banali e semplicistici, con Notizie dal mondo, Greengrass dà prova di un’invidiabile padronanza dei tempi, dell’iconografia e dei personaggi tipici del Far West, riuscendo a donarci nuovamente un Tom Hanks in vesti inaspettate, ma, al contempo, estremamente a suo agio e in parte, e a costruire una pellicola non certo inedita, ma comunque in grado di mantenere una personalità, un’anima ed un gusto distintivi.
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