TITOLO ORIGINALE: Marry Me
USCITA ITALIA: 10 febbraio 2022
USCITA USA: 11 febbraio 2022
REGIA: Kat Coiro
SCENEGGIATURA: Harper Dill, John Rogers, Tami Sagher
GENERE: musicale, commedia, sentimentale
Marry Me - Sposami di Kat Coiro è un film vecchio stampo, nel senso che appartiene a quella tradizione di commedie romantiche che, tra gli anni '90 e i primi 2000, strapopolavano le sale, assoggettando ai propri soliti racconti, alle proprie proverbiali situazioni e ai suoi medesimi volti attoriali un'intera industria cinematografica. Di fatto, il film con protagonisti Jennifer Lopez e Owen Wilson è un Notting Hill al contrario e comprensibilmente al femminile. Un racconto che non delude le aspettative e i propri scopi originari, smarcandosi da eventuali discorsi di ridondanza e poca originalità mediante l'integrazione di dettagli ed angosce appartenenti, in maniera evidente, alla carriera e al vissuto della stessa popstar. Un prodotto necessario per questa difficile ripresa delle sale, che si accontenta per giunta della propria natura leggera e confortevole, sfruttando e sviluppando al meglio le proprie potenzialità.
Iniziamo col dire che Marry Me - Sposami di Kat Coiro è un film vecchio stampo. Una di quelle commedie romantiche che, tra gli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2000, costituivano uno dei generi di punta e maggior successo all’interno di un mercato e di un’industria cinematografica hollywoodiana completamente assoggettata al riciclo insistente degli stessi topos, delle stesse situazioni e talora anche dei medesimi volti attoriali. Quel filone di prodotti che, in tempi recenti, ha trovato nelle piattaforme di streaming un nuovo terreno fertile in cui piantare le radici di un successo produttivamente bulimico che - anche per la decisiva virata teen e lo svecchiamento di alcune formule - si riconferma ad ogni nuova uscita. Tornando a noi, Marry Me - Sposami fa indubbiamente parte di quella stessa famiglia i cui più grandi trionfi sono pellicole divenute ormai proverbiali oggetti di culto quali Harry, ti presento Sally, Notting Hill, About a Boy, Love Actually, Quattro matrimoni e un funerale, Ricomincio da capo… Insomma, tutti quei testi i cui intrecci e sviluppi narrativi prendono il via da un fatto o da una serie di fatti e coincidenze talmente assurdi che, come spesso si dice, “potrebbero essere la trama di un film”.
Di fatto, la pellicola di Kat Coiro è praticamente Notting Hill al contrario (e comprensibilmente al femminile, lo si mette bene in chiaro). Laddove infatti il film di Roger Michell si conclude con l’improbabile coppia (lui, Hugh Grant, proprietario di una libreria nel quartiere londinese di Notting Hill, e lei, Julia Roberts, stella del cinema hollywoodiano) che convola a nozze, Marry Me - Sposami intavola il proprio racconto a partire proprio dal fallito tentativo di matrimonio da parte di due star della musica di grandissimo successo, tali Kat Valdez (una Jennifer Lopez inaspettatamente travolgente) e Bastian (un Maluma presente il giusto, per fortuna). Questi, dopo aver inciso e svelato tutto il proprio amore l’uno per l’altra in una hit (omonima) che ha rapidamente scalato le classifiche, decidono di rendere il proprio matrimonio un imperdibile evento dal vivo con tanto di diretta streaming.
Purtroppo, poco prima di scambiarsi le promesse di fronte a milioni di persone da tutto il mondo, un giornale online pubblica un video che mostra Bastian tradire Kat con l’assistente di quest’ultima. La cantante, per tutta risposta, sceglie allora di sposarsi lo stesso, ma con un perfetto sconosciuto che sceglie a caso tra il pubblico presente al concerto. La decisione ricade su Charlie Gilbert (un Owen Wilson che riprende l’innato ruolo di amante stordito e le solite faccette da pesce lesso), ordinario professore di matematica e padre divorziato che si trova a quel concerto perché trascinato dalla collega, Parker (una Sarah Silverman forse leggermente ingombrante), e dalla figlia. Tra i due, inizia così una specie di conoscenza e frequentazione che, se in un primo momento dovrà sottostare agli obblighi contrattuali e alla pressione mediatica quasi retorici per un personaggio pubblico col seguito e l’influenza di Kat, come ovvio che sia, si tramuterà poi in qualcosa di più profondo ed importante per entrambi…
Un po’ l’ennesima riproposizione de La bella e la bestia, la sempiterna storia dei due mondi antitetici che si scontrano, incontrano e confluiscono l’uno nell’altro per un qualcosa di più grande e vero, ma anche l’ultimo inserto di tutto quel filone di opere che si muove nei territori di una finzione dimessa a tal punto da lasciar intravedere tracce di un biografismo spesso agiografico, come avviene sempre nel caso di racconti con protagoniste grandi pop star.
Semplici materiali promozionali come Purple Rain con Prince, (in minor proporzione) Moonwalker con Michael Jackson, il film delle Spice Girls, prodotti evidentemente televisivi come Hannah Montana e Camp Rock, ma anche pellicole dalle pretese drammaturgiche più elevate quali Guardia del corpo e A Star is Born: al di fuori del mero ambito rom com, vediamo quindi come Marry Me - Sposami sia, a tutti gli effetti, l’ultimo arrivato di una lunga serie di operazioni che inseriscono all’interno delle proprie trame indizi più o meno velati dei vissuti, dello status divistico e talvolta delle inquietudini e delle angosce di celebrità della musica che, oltre ad esserne protagonisti, spesso, come in questo caso, ne sono anche produttori.
A tal proposito, la sceneggiatura scritta a sei mani da Harper Dill, John Rogers e Tami Sagher non solo costruisce un racconto che non delude le aspettative - sempre che per aspettative intendiate un’opera dall’intreccio abbastanza prevedibile, paradigmatica negli scenari e nelle situazioni proposte, leccata all’inverosimile, condita da un umorismo facile ma efficace, votata ad un profluvio zuccheroso, ma mai stucchevole od imbarazzante (bisogna dirlo) di buoni sentimenti -, ma incorpora, nei fili di questa trama indubbiamente pilotata, tratti biografici della vita di JLO, che le permettono di smarcarsi da qualsiasi ed eventuali discorsi di ripetitività, ridondanza e poca originalità.
Elementi come, ad esempio, le sue origini portoricane, un’adolescenza difficile segnata dalla scomparsa prematura di una figura paterna decisiva e dal sogno della musica e di una propria emancipazione, ma anche la difficile vita sentimentale, fatta di continui tira e molla e di un gossip incessante, la difficoltà e capacità di riconoscersi e porsi ancora, all’età di 52 anni, come un indomito ed assoluto sex symbol (una tema, lo ammettiamo, meno presente di quanto avremmo sperato), e le dinamiche interne all’industria dello spettacolo, incluse le sue, seppur sfumate e risapute, zone d’ombra. Lo ammette la stessa popstar in un’intervista: “L'idea era mostrare com'è davvero l'intimità di una persona come me. Ti può capitare di soffrire di crepacuore davanti al mondo intero e i media ti prendono in giro. L'idea era di raccontare, senza pesantezza, come ci si sente in quei momenti”.
Marry Me - Sposami entra così nell’attualissimo regno della discussione social(e): quello che gli altri pensano, dicono e scrivono di noi in modo più o meno accettabile; e della riflessione riguardo ai social media, concentrandosi, in particolare, sul dualismo reale/artificiale e sul fenomeno degli influencer, di quelle coppie che, proprio sui social, attuano un costante processo di autopromozione di sé stessi. (Un aspetto che, in tempi recenti, è stato affrontato dalla serie The Ferragnez, altro prodotto - questo, molto più - in bilico tra finzione e stralci - che in questo caso sono più palesi intenzioni - di autobiografismo.)
Tra like, engagement, follower, interviste, continue dirette streaming e commenti di vario tipo, la commedia di Kat Coiro conduce inoltre (si suppone inconsapevolmente) un discorso metacinematografico dalle evidenti volontà moralistiche, raccontando il bisogno e la necessità da parte di due persone (una ormai divenuta parte integrante e meccanismo funzionante, l’altra totalmente scevra dalle meccaniche della rete e delle interazioni social) di ritagliarsi e (ri)conquistare un proprio spazio d’intimità, lontana da continui aggiornamenti e ripetute affermazioni di sé e della propria figura pubblica.
O, senza inerpicarci in fatui ragionamenti interpretativi, Marry Me - Sposami è più che altro una celebrazione delle relazioni amorose e sentimentali in senso lato e nei loro termini più bizzarri, come testimoniano le interviste (poco importa se veritiere o meno) che ne accompagnano i titoli di coda.
Un prodotto non solo necessario per questa difficile ripresa delle sale, ma di per sé coerente con le proprie pretese, che si accontenta per giunta della propria natura leggera e confortevole, sfruttando e sviluppando al meglio le proprie potenzialità. Su tutte, un cast dalla grande chimica e sintonia lavorativa, di cui la Coiro riesce a far risaltare anche i caratteri secondari e più marginali (tra cui il manager premuroso e protettivo interpretato da John Bradley, il Samwell de Il trono di spade) ed una scintillante colonna sonora, firmata dagli stessi Jennifer Lopez e Maluma, che vi ritroverete a riascoltare nelle settimane a venire.
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