TITOLO ORIGINALE: The New Mutants
USCITA ITALIA: 2 settembre 2020
USCITA USA: 28 agosto 2020
REGIA: Josh Boone
SCENEGGIATURA: Josh Boone, Knate Lee
GENERE: drammatico, azione, orrore
Cinque giovani mutanti si ritrovano in una struttura, a metà tra un carcere e un ospedale, e scoprono una cospirazione più grande di loro. Un film monco che, come cinecomic, sarebbe passabile, ma che, come esperimento di fusione con il genere horror, tradisce le proprie intenzioni, configurandosi come una pellicola prevedibile, stereotipata e nata vecchia. Una regia discreta incornicia una sceneggiatura - caratterizzata da continui rimandi a iterazioni successive che non vedranno mai la luce - che mal amalgama i differenti stimoli e toni e presenta personaggi memorabili solo per la bravura degli interpreti.
La pandemia ha certamente penalizzato numerose uscite cinematografiche che, altrimenti e quasi sicuramente, avrebbero sbancato al botteghino. E’ questo il caso di film come Onward - che, contro ogni previsione, è stato accolto in modo abbastanza freddo -, Volevo Nascondermi e Gretel e Hansel. Esiste però una pellicola che, pur senza un’emergenza sanitaria in corso, è sempre stata afflitta da magagne produttive che ne hanno rimandata di anni la distribuzione cinematografica. Sto parlando, come intuibile dal titolo della recensione, di The New Mutants - ultima (e veramente ultima) produzione a tema mutanti della 20th Century Fox, prima dell’acquisizione da parte di Disney -, originariamente previsto in sala per il 2017. Tra improvvisi e drastici cambi di bandiera, ritocchi alla sceneggiatura originale e al tono degli eventi e reshoot vari (poi accantonati nella cut finale), The New Mutants è forse uno dei film più travagliati della storia e, purtroppo, questa odissea produttiva è ben evidente e oltremodo palpabile durante la visione. Così lampante da rendere qualsiasi critica mossa nei suoi confronti, un inutile e masochista “sparare sulla croce rossa”. Fatte pertanto le dovute premesse, è giunta l’ora di scoprire perché un ottimo ed intrigante esperimento, almeno sulla carta, di fusione tra horror e cinecomic, nei fatti, si riveli essere una cocente e amara delusione.
Ispirandosi alla run fumettistica omonima di Chris Claremont e Bob McLeod, Josh Boone - qui alla sua terza esperienza registica dopo aver diretto il celebre Colpa delle stelle - confeziona una pellicola che, volendo far saltare sulla poltrona gli spettatori e aficionados dei film di supereroi, non spaventa neanche a farlo apposta. Tutto ciò è dovuto, ancor prima che dalle palesi rettifiche apportate alla sceneggiatura, proprio dalla stabilità e dallo stile di direzione dello stesso Boone. Nella sua regia, è possibile notare un’incertezza e titubanza riguardo al taglio e al tono da conferire all’opera. The New Mutants è infatti una pellicola dalle volontà horrorifiche, ma che, con il proseguire degli eventi, si mostra al pubblico come un mix di vari stimoli ed impulsi differenti: dal teen drama all’action supereroistico duro e puro. Tale combinazione di elementi e correnti viene però mal sintetizzata e resa da Boone che, contrariamente a ciò, incornicia il tutto con una regia abbastanza immobile e ferma sulle proprie posizioni.
Questa caratteristica, seppur efficiente e convenzionale in materia di horror, non fa che rendere ostica e macchinosa la comprensione di tutti quei (pochi) frammenti da action supereroistico tradizionale. Ciò nonostante, verso metà film - forse, a causa di un ritmo non proprio ottimale e di una percezione inesistente di tensione e pericolo -, le prevedibili e apatiche sequenze horror, fondate, come sempre, su classici e ridondanti jumpscares e sui tipici e moderni cliché del genere, vengono rimpiazzate, a livello di godibilità e attesa, proprio da quelle più frenetiche e fumettistiche (anche se confusionarie). Non proprio il massimo per un film presentato inizialmente come un horror in piena regola (con la sola aggiunta del fattore supereroistico-mutante).
Come lasciato intendere prima, tuttavia, il comparto che ha risentito maggiormente di questo travaglio produttivo e cambi di gestione è stato sicuramente quello narrativo, firmato dallo stesso Boone insieme a Knate Lee. Ancor più che nella regia e nella messa in scena, è proprio a livello di sceneggiatura che emerge maggiormente la mal commistione di influenze e toni citata sopra. La componente horror originaria - con recupero di tutti i leit motiv e stilemi della produzione occidentale, da Insidious in poi - viene infatti completamente smorzata da un umorismo in pieno stile Marvel Cinematic Universe e da dialoghi prevedibili e abbastanza dozzinali che rasentano il teen drama più ovvio e sdoganato. A ciò, si uniscono sequenze dalle intenzioni profondamente drammatiche che si convertono involontariamente in tragicommedia (un esempio è la scena in cui il Cannonball di Charlie Heaton si prende a pugni in faccia) e caratterizzazioni insipide, rese memorabili ed interessanti soltanto dalla bravura di un cast in parte - su cui spiccano una magnetica Anya Taylor-Joy ed un’ottima Maisie Williams. Tuttavia, il problema principale della sceneggiatura di The New Mutants è il costante rinvio e rimando a iterazioni successive - cancellate proprio a causa della suddetta acquisizione del franchise degli X-Men - che avrebbero certamente ampliato il background dei personaggi e fatto chiarezza su elementi e aspetti che, all'interno di questo film, non trovano risposta. Focalizzata sulla creazione di un hype irrisolvibile, la scrittura di The New Mutants si concentra poco sul qui e ora, costruendo una vicenda che parte in sordina, inizia ad ingranare dopo i primi 45 minuti e si conclude con un finale apertissimo che, per l’appunto, non vedrà continuazione.
Guardare The New Mutants equivale ad assistere un lunghissimo trailer/prologo di un qualcosa che sarebbe potuto essere, di un “to be continued”. Una violazione e un venir meno agli intenti originali (la creazione di un horror supereroistico) si traduce in un classico teen drama dalle vaghe, quasi inesistenti, tinte horror che non inquieta o spaventa neanche per scherzo. A migliorare la situazione, non ci pensano neppure un’ambientazione riciclata, per fare un esempio, dal recente Glass ed una fotografia dark che non presenta alcun guizzo d’inventiva o estro. Una pellicola nata vecchia che, se fosse uscita un decennio fa, sarebbe stata la prima di una lunga serie, ma che, distribuita nel 2020, si configura come l’ultima di altrettante - simili e poco memorabili. Un film monco che, come cinecomic, potrebbe essere anche passabile, ma che tradisce la sufficienza, se contestualizzato come esperimento. Un horror inutile, in cui l’unico elemento veramente inquietante è la perenne mono espressività di Charlie Heaton. Su questo non ci sono dubbi.