TITOLO ORIGINALE: Star Wars
USCITA ITALIA: 21 ottobre 1977
USCITA USA: 25 maggio 1977
REGIA: George Lucas
SCENEGGIATURA: George Lucas
GENERE: fantascienza, avventura, azione, fantastico
PREMI: 7 PREMI OSCAR tra cui MIGLIOR COLONNA SONORA e MIGLIORI EFFETTI SPECIALI
L’avventuroso Luke Skywalker e lo spavaldo Han Solo fanno squadra per salvare la principessa Leia dalle grinfie dell’Impero Galattico e del minaccioso Darth Vader, dando così una nuova speranza all’Alleanza Ribelle. Un comparto tecnico-visivo rivoluzionario e dalle grandi volontà iconologiche, una sceneggiatura estremamente classica che, pur con le sue storture, affascina ancor oggi, interpretazioni tra il discreto e l’ottimo ed una colonna sonora magistrale fanno di Una nuova speranza una pellicola immortale ed emozionante anche a più di quarant’anni di distanza.
25 maggio 1977. Schermo nero. Appare, per la prima volta, la scritta “Tanto tempo fa in una galassia lontana, lontana…”. Subito dopo, irrompe in tutta la sala il trionfante e memorabile tema firmato dal grandissimo John Williams. Una serie di scritte gialle a scorrimento mettono moltissima carne al fuoco, descrivendo un contesto spaziale che promette grandiose avventure e scontri esplosivi tra una cosiddetta Alleanza Ribelle ed un tal Impero Galattico. Con queste premesse, lo spettatore non vede dunque l’ora di immergersi in questo universo che percepisce così vasto e pieno di possibilità. Fortunatamente, per l’epoca, Star Wars: Episodio 4 - Una nuova speranza (canonizzazione attuale dell’originale Guerre Stellari) rispose a tutti questi bisogni e desideri, catapultando lo spettatore in un ecosistema composito e coerente, pieno di personaggi iconici e carismatici e pianeti suggestivi ed alienanti, e diventando uno dei più grandi incassi della storia. Proprio la creazione di un mondo tutto da scoprire - che desse quindi vita ad un vero e proprio immaginario collettivo e popolare - era l’intento primario di George Lucas durante la creazione e fase produttiva di Una nuova speranza. Tuttavia, forse né la Fox - l’allora casa di produzione del franchise - né Lucas stesso si sarebbero mai aspettati tutto il clamore e il successo che avrebbe portato Guerre Stellari ad essere il primo film di una saga che, ancora oggi, riempie le sale, sbanca i botteghini e fa parlare di sé.
Facendo affidamento su un gigantesco e nebuloso pretesto, atto ad innescare l’azione e gli eventi della pellicola, Una nuova speranza fa del concetto di medias res il fulcro della propria narrazione. Infatti, non si capisce come si sia giunti a questo scontro tra ribelli e Impero e non si comprende neanche perché la principessa Leia sia così importante per la ribellione, perché Luke Skywalker sia così bravo nelle vie della Forza, come i ribelli abbiano recuperato i piani della Morte Nera, chi sia Obi Wan-Kenobi, chi siano i Jedi e perché Darth Vader abbia l’aspetto di un gigantesco scarafaggio e abbia bisogno di un respiratore per vivere. Ciò nonostante, tutte queste domande, che troveranno la loro risposta precisa e puntuale tra prequel, spin-off e tie-in vari, non erano certo una delle priorità principali di uno spettatore del 1977.
Durante la produzione della pellicola - soprattutto poiché inconscio del richiamo che questa avrebbe avuto -, Lucas certamente non si poneva ancora questi problemi di continuity e canonizzazione, dando invece maggior enfasi alla creazione di un universo vasto e tangibile - progetto tentato, al tempo, solo in letteratura con opere come, per esempio, Il Signore degli Anelli, il Ciclo della Fondazione e Dune - che lasciasse il pubblico senza parole. E’ anche vero però che tutte le domande riguardanti il come si sia giunti a quel determinato punto non fanno che accrescere esponenzialmente l’interesse nei confronti di questo mondo tanto di finzione quanto reale. Le ottime potenzialità immaginifiche ed iconiche che, già sulla carta, erano indice del successo che la pellicola e la saga avrebbero avuto, sono sostenute e rafforzate ulteriormente da un comparto tecnico ed estetico sbalorditivo per il 1977.
Ti stavo aspettando Obi-Wan, ci rincontriamo finalmente, ora il cerchio è completo, quando ti ho lasciato non ero che un discepolo, ora sono io il maestro.
Darth Vader (David Prowse)
Una regia solida, calibrata - anche se ingessata ed acerba - e dalle grandi volontà iconologiche, effetti speciali rivoluzionari che hanno fatto la storia, impostando uno standard che tutte le produzioni avrebbero seguito da lì in poi, un montaggio preciso (serrato nelle scene di combattimento spaziale) ed una fotografia ottima sono la base fondante di un vero e proprio collage di sequenze simboliche e memorabili, pur con le loro staticità e segni del tempo (per esempio, il combattimento tra Darth Vader e Obi-Wan Kenobi).
A ciò si aggiunge una sceneggiatura semplicemente immortale che, pur con le sue ingenuità e falle logiche, riesce a rapire ed affascinare ancora oggi. Servendosi di una struttura narrativa classica che rispetta in pieno le fasi del viaggio dell’eroe - dalla chiamata all’avventura alla prova suprema - ed ispirandosi al jidaigeki La fortezza nascosta di Kurosawa, Lucas reinventa i canoni del fantasy, inserendoli in un contesto da tipica space opera. Infatti, se ci riflette un attimo, Una nuova speranza è a tutti gli effetti un fantasy in salsa galattica: troviamo un cavaliere senza macchia e senza paura (Luke Skywalker) che, insieme a degli aiutanti magici (Obi-Wan Kenobi, C3PO, R2D2), deve salvare una principessa in pericolo (Leia Organa) dalle mire di un antagonista (Darth Vader/Tarkin), il tutto guidato dal destino, o, per meglio dire, dalla Forza - potere misterioso che, in qualche modo, giustifica un’eccessiva ed irreale progressione per coincidenze.
Forse i personaggi che più si discostano da questa convenzione fantastica sono Han Solo e Chewbacca che però, a loro volta, sono figli indiretti di un’eredità western che, soprattutto nelle sequenze di Mos Eisley, risalta prepotentemente. Detto ciò, il merito principale della scrittura di Episodio IV è comunque la caratterizzazione di ogni singolo personaggio che, insieme alla cura estetica, è una delle ragioni principali per cui figure come Darth Vader, C3PO, R2D2 e Han Solo sono diventate così iconiche e memorabili anche nella mente di chi non ha mai visto un singolo episodio di Star Wars.
Pur essendo figlio del suo tempo - come dimostrato da reazioni e comportamenti abbastanza inverosimili di Luke, da una semplicità disarmante nell’intreccio e da forzature di sorta come la presenza di un punto debole in un’arma distruttiva ed iper-tecnologica -, ancora oggi, a più di quarant’anni di distanza, Una nuova speranza, forse per la sua rilevanza storica e cinematografica, forse perché ricordo di un modo diverso, più vero, concreto e passionale, di fare cinema, affascina senza mezzi termini. Lasciando allo spettatore più incognite che risposte, Guerre Stellari è un’opera memorabile che si è posizionata all’interno della storia del cinema come un masso in mezzo alla corrente di un fiume, sancendo un prima e un dopo, rivoluzionando completamente l’immaginario fantascientifico e il concetto moderno di media franchise. Personaggi emblematici ed ideali, sequenze indimenticabili, un comparto tecnico-visivo mai visto per l’epoca e smisurate potenzialità narrative sono ciò che ha reso Una nuova speranza una pellicola assolutamente immortale.