TITOLO ORIGINALE: Star Wars: Episode I - The Phantom Menace
USCITA ITALIA: 17 settembre 1999
USCITA USA: 19 maggio 1999
REGIA: George Lucas
SCENEGGIATURA: George Lucas
GENERE: azione, avventura, fantastico, fantascienza
Volendo ricreare e ricatture la magia e l’energia delle pellicole originali, George Lucas si mette al comando di una nuova trilogia che inizia il proprio percorso nel modo peggiore possibile. Un comparto tecnico che viaggia costantemente su due binari opposti, una CGI artificiosa e finta, una durata eccessiva, momenti pretestuosi ed ingenuità di sorta, cadute di stile e di registro coprono ciò che di buono c’è di questa pellicola, anche le volontà intrattenitive. Uno scivolone da dimenticare, tra i capitoli peggiori della saga.
Tanto tempo fa (precisamente 21 anni fa) nelle sale cinematografiche di tutto il globo usciva Star Wars - La minaccia fantasma, prima pellicola della trilogia prequel, completamente diretta e scritta da George Lucas - creatore dello stesso franchise di Guerre Stellari. Da un punto di vista cronologico, per l’appunto, gli eventi narrati in La minaccia fantasma anticipano quelli della trilogia originale - iniziata nel 1977 con Una nuova speranza - e si prefigurano come una sorta di prologo all’intera saga degli Skywalker e al conflitto tra ribelli ed Impero galattico. La pellicola si apre, come d’abitudine, in una situazione di tensione galattica. Infatti, la Federazione dei Mercanti, per protesta contro i dazi imposti dalla Repubblica, istituisce un blocco navale nei confronti di Naboo, pianeta estremamente pacifista e retto dalla regina Amidala. Temendo che la situazione possa scaldarsi ed esplodere inaspettatamente, il cancelliere Valorum invia due cavalieri Jedi - Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi - a negoziare con i leader della Federazione. Come prevedibile, il piano non sortisce gli effetti desiderati e la coppia, venendo attaccata dalle forze federali, è costretta a rifugiarsi sul pianeta e a prendere contatto con la sovrana per portarla, una volta in salvo, a Coruscant, pianeta-sede della Repubblica.
Da questo incipit - assolutamente intrigante ed avvincente - prende il via l’ambizioso progetto di Lucas che, nel tentativo di recuperare le vecchie atmosfere e di aggiungere qualcosa di nuovo alla saga, finisce per compiere un letterale passo falso. Non c’è bisogno di girarci troppo intorno. Star Wars Episodio I è un film mediocre, di sicuro tra i peggiori di tutta la saga. Seppur intrattenendo costantemente e divertendo ogni tanto, la pellicola risente di grandissime falle produttive e concettuali. Una regia sommariamente buona, rigorosa, corretta e senza grandi sbavature accompagna un comparto tecnico che viaggia quasi sempre su due binari opposti. Nella stessa sequenza o, addirittura, inquadratura, sembrano convivere, allo stesso tempo, pregi e difetti, miracoli e scivoloni catastrofici. Combattimenti con spade laser ben confezionati, acrobatici e frenetici - che vanno a migliorare quelli statici ed immobili dei capitoli originali -, visual design veramente potenti e suggestivi per essere il 1999 ed una colonna sonora targata John Williams semplicemente da brividi si alternano ed anestetizzano una CGI così artificiosa da risultare finta e mal amalgamata con gli elementi reali a livello di pro-filmico, green screen acidi e spesso posticci ed una durata eccessiva.
Sfortunatamente, questi problemi non si limitano al settore tecnico, anzi emergono principalmente sotto il profilo narrativo. Un soggetto, come detto sopra, coinvolgente viene progressivamente rovinato e quasi completamente affondato da momenti pretestuosi e così tanto lunghi e dilatati da diventare ripetitivi, ed ingenuità - antiquate e troppo retrò - nella risoluzione di alcuni nodi e snodi narrativi. A queste evidenti problematiche si aggiungono poi una caratterizzazione e costruzione dei personaggi tutto sommato riuscita per quanto riguarda quelli principali, ma disastrosa, scontata e macchiettistica per quanto riguarda quelli secondari. Primo fra tutti, il sempre e pesantemente odiato Jar Jar Binks - ulteriore esempio della curva infantile e commerciale che, iniziata nel 1983 con gli Ewok de Il ritorno dello Jedi, continua tuttora ad imperversare nella gestione del franchise (basti soltanto vedere i Porg de Gli ultimi Jedi ed il Bambino di The Mandalorian). A differenza, però, degli esempi sopracitati, Jar Jar Binks è forse una delle cadute di stile e registro più grandi che la saga di Lucas abbia mai registrato: non fa mai ridere, risulta spesso patetico e fuori luogo e, con lo sviluppo del film, diviene eccessivamente ridondante.
Lo stesso discorso si può applicare al villain principale della pellicola (non della trilogia), ossia Darth Maul: un cattivo convincente ed incisivo da un punto di vista estetico, ma assolutamente bidimensionale nella sua scrittura (tanto da necessitare di un paio di serie animate per ottenere un’esplorazione quanto meno decente). Questo dramma narrativo - ultimato da alcuni risvolti di trama cavillosi - purtroppo smorza anche il livello generale delle interpretazioni, presentando, ai poli opposti e simultaneamente, un Liam Neeson immedesimato ed una Natalie Portman, al contrario, veramente odiosa.
Con La minaccia fantasma, George Lucas sperava, sulla fine del secolo scorso, di ricatturare e ricreare la magia e l’energia, proprie della saga fin da quel lontano 1977. Il risultato? Tutt'altro che sufficiente e soddisfacente - soprattutto se paragonato con la trilogia originale. Episodio I è una pellicola claudicante ed incerta; un film quanto mai disastroso, viste le aspettative e le premesse, che, seppur divertendo ed intrattenendo egregiamente, rimane e rimarrà per sempre uno scivolone da dimenticare, una macchia nera nell'universo narrativo di Guerre Stellari.