TITOLO ORIGINALE: Devils
USCITA ITALIA: 17 Aprile 2020
PIATTAFORMA/CANALE: Sky Atlantic/NOW TV
GENERE: drammatico, thriller
N. EPISODI: 10
DURATA EPISODI: 55-60 min
Alessandro Borghi è un formidabile trader, Patrick Dempsey un CEO brillante e spietato nella nuova produzione originale Sky basata sul romanzo di Guido Maria Brera. 10 episodi in nome del financial thriller duro e puro, tra un comparto tecnico curato e dal respiro internazionale ed una sceneggiatura costantemente sul punto di non ritorno. Un esperimento italianissimo ben accetto, ma estremamente traballante.
Chi è il diavolo? Il diavolo tentatore, perverso, avido e superbo. Tanti sono i nomi con cui egli è conosciuto: Satana, Lucifero, Belzebù, ma anche banche, finanza e, ovviamente, banchieri. Banchieri come Dominic Morgan e Massimo Ruggero, protagonisti di Diavoli, nuova produzione Sky liberamente tratta dall’opera I diavoli di Guido Maria Brera. Il serial in sé è un esperimento quanto mai inaspettato e sorprendente già dalla scelta attoriale. Infatti, si accostano su schermo due grandissimi interpreti che però mai si sarebbe pensato di veder recitare insieme.
Il nostrano e magnifico Alessandro Borghi presta il volto a Massimo Ruggero, trader formidabile al servizio della NYL, banca guidata da Dominic Morgan, impersonato dal suadente Patrick Dempsey. Gli equilibri personali e lavorativi tra i due verranno inevitabilmente rovesciati quando la banca verrà colpita dall’apparente suicidio del vice-CEO Edward Stewart. Il dirigente avrebbe infatti scoperto delle carte che testimonierebbero il coinvolgimento di Morgan in un machiavellico complotto finanziario che distruggerebbe milioni di vite. Proprio qui entra in gioco Massimo, il quale, con l’aiuto del suo team e di un gruppo di hacker, farà luce su una cospirazione che cela, sotto la superficie, numerosi segreti strettamente collegati anche con la vita privata dello stesso Ruggero. La domanda ora è soltanto una: il formidabile trader si unirà ai Diavoli o deciderà di combatterli? Pur essendo attori lontanissimi anni luce l’uno dall’altro, Borghi e Dempsey in Diavoli fanno veramente faville, dimostrando una chimica sbalorditiva e rappresentando, a lungo andare, uno degli elementi migliori dell’intera serie.
Anche se italianissima da un punto di vista produttivo, il nuovo prodotto Sky Original palesa fin da subito un certo respiro internazionale, dovuto, in primo luogo, ad un comparto tecnico di altissimo livello qualitativo. Malgrado non sia la punta di diamante della serie, la regia di Diavoli ben accompagna la narrazione delle indagini di Massimo e della lotta intestina ed invisibile contro Morgan, regalando, lo stesso, alcune sequenze adrenaliniche e cariche di tensione. Questa internazionalità produttiva è sottolineata e completata da una fotografia razionale, fredda ed artificiosa così come il mondo della finanza in sé, da un montaggio che, pur perdendosi in qualche estetismo da videoclip musicale o spot pubblicitario in alcuni segmenti, si mantiene fluido per gran parte delle puntate e da un’ottima colonna sonora targata John Paesano.
Se la tecnica si mantiene su buoni livelli, al contrario la sceneggiatura è definibile con un aggettivo totalmente opposto: altalenante. Gli autori imbastiscono 10 episodi che risentono di numerosi stimoli da un punto di vista stilistico, ma anche e soprattutto a livello narrativo. Ci si ispira, per esempio, a La grande scommessa per la dinamicità del racconto, a Gomorra per l’italianità di un determinato episodio, a House of Cards per l’intrigo vero e proprio, ma anche a The Wolf of Wall Street per l’argomento finanziario. Tuttavia, uno dei maggiori pregi della scrittura di Diavoli è sicuramente l’accessibilità, grazie anche ad escamotage narrativi coerenti, di alcuni meccanismi ostici della finanza e del trading. A ciò si aggiunge una spiegazione e rappresentazione puntuale, che ben si amalgama con la storyline principale, del potere ed influenza che la finanza ha su equilibri mondiali, vite, interi paesi e guerre - quasi come un burattinaio che tira le fila del mondo intero. Come deducibile purtroppo è proprio a livello narrativo che Diavoli mostra le proprie debolezze, inanellando una serie di scivoloni e cadute di stile che minano profondamente il prodotto complessivo.
Tra questi difetti, troviamo di sicuro una costruzione sommariamente fallimentare e stereotipata dei personaggi femminili, alcuni elementi e twist prevedibili, certe forzature, qualche risvolto da soap-opera becera e stonata e due giganteschi buchi di trama che fanno crollare un intero episodio su sé stesso e, in modo parziale, la caratterizzazione di due specifici personaggi, tra cui lo stesso Massimo. Questa semi-precarietà è parzialmente risollevata dalle due interpretazioni immedesimate e convincenti di Borghi e Dempsey che oscurano completamente il resto del cast e la stessa Kasia Smutniak - presente, ma invisibile.
Per concludere, Diavoli è sì un esperimento interessante e ben accetto, ma, sfortunatamente, anche piuttosto traballante. Una cura tecnica molto buona e due interpretazioni da brividi non ristabiliscono in toto un comparto narrativo costantemente sul punto di affondare, nonostante gli evidenti pregi. Gli showrunner di Diavoli costruiscono perciò 10 episodi sicuramente intrattenenti ma che, se analizzati con cura e perizia, non si mantengono quasi mai sullo stesso livello. Questo porta ad un’inevitabile mediocrità e standardizzazione della serie in sé, non permettendole, di conseguenza, di elevarsi rispetto alla concorrenza.