TITOLO ORIGINALE: After Life
USCITA ITALIA: 24 aprile 2020
PIATTAFORMA/CANALE: Netflix
GENERE: commedia nera
N. EPISODI: 6
DURATA MEDIA: 25-31 min
Ad un anno di distanza dalla prima stagione, esce su Netflix After Life 2, serie rivelazione di Ricky Gervais che non si ferma alle apparenze e non si accontenta, scavando nel profondo, facendo riflettere e travolgendo completamente il cuore e la mente dello spettatore.
Dopo il successo di Derek, esce su Netflix la seconda stagione di After Life, comedy scritta, diretta e prodotta da Ricky Gervais - rivelazione British, tra i migliori comici degli ultimi anni. Nel 2019 (anno di uscita della prima stagione), la serie colpì per la sua profondità nella trattazione di temi importanti ed esistenziali (vita, morte, amore, malinconia e suicidio), ma anche per la sua scrittura formidabile e coinvolgente. Pur essendo passato un anno intero, immergendosi nuovamente in After Life, sembra quasi che tutto si sia cristallizzato; la vita di Tony pare non essersi evoluta o stravolta di una virgola. Il giornalista sta ancora combattendo contro la desolazione e gli istinti suicidi conseguenti alla morte della moglie Lisa a causa del cancro.
Nella prima serie, questi sentimenti lo avevano portato a comportarsi male con tutti i propri conoscenti, secondo il motto, parafrasando: “Posso fare quello che voglio, senza badare alle conseguenze, tanto posso decidere, in un istante, di farla finita”. Tuttavia, questo senso di arresa, in questi sei nuovi episodi, viene sostituito da una mentalità praticamente opposta: essere più zen e far star meglio le persone, facendogli vedere il lato positivo delle cose. Questa forma mentis appare essere l’unico cambiamento di questa seconda stagione, poiché tutto il resto prosegue come sempre, tra quotidianità e stranezze.
Da un punto di vista strutturale, After Life 2 mantiene la stessa formula rigida e paradigmatica dei precedenti episodi con qualche sporadica modifica. Si affronta la quotidianità routinaria di Tony, pervasa dall’assenza di uno scopo ed interrotta solamente dai flashback (vere e proprie finestre su un tempo che fu; un tempo sereno, poiché, nella vita di Tony era ancora presente Lisa). Questi ricordi, introdotti nel racconto mediante i soliti “filmini” casalinghi, creano un contrasto enorme con il presente del protagonista, facendo intendere perfettamente il peso del proprio lutto e dolore. Oltre a ciò, questa seconda stagione esplora approfonditamente anche le vite e i problemi di co-protagonisti come Lenny, Roxy e Matt.
Allo stesso modo, però gli aspetti che hanno reso la prima serie una vera rivelazione televisiva vengono mantenuti anche nella regia degli episodi. Guardando After Life 2 si percepisce ancora di più quell’amore e quella cura produttiva - intima ed estremamente personale - che solitamente caratterizza ogni lavoro televisivo di Gervais. Quindi, camera fissa, inquadrature statiche ed un approccio registico asciutto e minimalista, ma estremamente veritiero e realistico, dando al pubblico l’impressione di star sia spiando che partecipando all’esistenza di una persona realmente esistente. Durante la visione, traspare infatti un naturale attaccamento verso ciò che si sta facendo ed un immedesimazione completa, da parte degli interpreti, nei personaggi, nei loro traumi e nelle loro esistenze. Questo elemento arriva così direttamente da annullare il confine tra personaggio e attore. Questa sublimazione, oltre che dalla bravura del cast stesso, è dovuta principalmente alla scrittura dei dialoghi, vero e proprio fulcro della serie - qui, ancora più intelligente e profonda rispetto ai già alti standard.
Tuttavia, rispetto alla prima stagione, la linea autoriale di questa nuova serie di puntate vede, in percentuale, una preponderanza della componente riflessiva e tematica rispetto a quella della black comedy dura e pura. In After Life 2 la vicenda viene trasportata su un lato ancora più tangibile ed umano, riflettendo su questioni esistenziali e viscerali in maniera significativa, ma anche profondamente concreta ed accessibile. Allo stesso tempo, lo show riserva allo spettatore anche molteplici scontri con la dolorosa ed amara realtà dei fatti.
La scrittura della serie contribuisce, in ultima battuta, anche ad una fluidità disarmante che rende After Life un serial perfettamente bingwatchabile. A differenza di serie simili o volutamente drammatiche, però, quest’ultima, se bingwatchata, lascia nell'inconscio del pubblico un segno del proprio passaggio. Partendo dalla sceneggiatura, fino ad arrivare alla meravigliosa colonna sonora, After Life 2 è quindi un piccolo gioiello, un rinnovato miracolo formato TV, l’ennesima prova della genialità creativa di Ricky Gervais. Per dirla con le parole di Lenny: “Dico che ora tutto è serio. Nessuno si veste più da donna per ridere”. Questa frase sottolinea una volontà poetica ben chiara e precisa da parte di Gervais, evidenziando il fatto che, oggi come oggi, non si può più creare una comedy per ridere e basta, bisogna far riflettere, bisogna essere seri. Questo c’è chi lo fa meglio e chi peggio. After Life (e Ricky Gervais) appartiene sicuramente ai primi. Uno show che, nascondendosi dietro una maschera comica, scava e colpisce nel profondo come una coltellata, suscitando riflessioni complesse e commoventi, ma sempre e comunque umane, nella mente dello spettatore. Assolutamente niente male per una comedy.