TITOLO ORIGINALE: What's Love Got to Do with It?
USCITA ITALIA: 16 marzo 2023
USCITA UK: 27 gennaio 2023
REGIA: Shekhar Kapur
SCENEGGIATURA: Jemima Khan
GENERE: commedia, sentimentale
DURATA: 108 min
Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival
L'indiano Shekhar Kapur torna sul grande schermo dopo quindici anni, e lo fa all'insegna dell'amore, chiedendosi proprio che cosa sia, l'amore, e raccontando due mondi apparentemente opposti che lui e la sceneggiatrice Jemima Khan conoscono come le loro tasche. Il territorio narrativo è quello della commedia romantica, nel bene e nel male, nei cliché e nei guizzi di consapevolezza. Quello che però eleva What's Love? dalla prevedibilità del proprio filone d'appartenenza è il suo essere un film che parla di come la rappresentazione, il cinema e l’audiovisivo influenzi le nostre scelte, la nostra coscienza, e ci porti a gettare la maschera delle nostre finzioni ed abbracciare la verità dei nostri cuori. Ma purtroppo ciò non basta a fare di quello di Shekhar Kapur un buon film, una vibrazione memorabile.
What’s Love? Cos’è l’amore? E soprattutto, cos’è o cosa può essere l’amore oggi? È questo quello che si chiede l’indiano Shekhar Kapur in occasione del suo ritorno sul grande schermo (ben quindici anni dopo l’ultimo Elizabeth: The Golden Age!), il cui titolo originale (What’s Love Got to Do with It?) è una citazione, o meglio, una libera appropriazione della famosa hit di Tina Turner.
Per rispondere a questa domanda, il regista, assistito in sceneggiatura da Jemima Khan, sceglie di porsi al confine tra due universi apparentemente opposti; due mondi che entrambi conoscono come le loro tasche e che hanno osservato ed analizzato meticolosamente nel tempo: quello occidentale-britannico e quello asiatico-indopakistano. Il territorio narrativo è ovviamente quello della commedia romantica. Ma ciò che realmente (ed epidermicamente) intriga di What’s Love? è soprattutto la caratterizzazione di una delle sue due protagoniste, in particolare per quello che riguarda il suo mestiere, che diventa sostanziale ed importantissimo nel suo rapporto col mondo e tutto ciò che la circonda più da vicino.
Zoe, la metà femminile dell’intreccio amoroso del copione di Khan, è infatti una documentarista emergente, (si dice) promettente e dalle fulgide doti. Impegnata socialmente e politicamente, alla richiesta, da parte dei suoi (macchiettistici) produttori, di cambiare tono e puntare su qualcosa di più leggero e confortante per chi guarda, le viene la brillante idea di seguire e produrre un documentario su Kaz, il suo vicino di casa barra amico di infanzia - londinese doc ma di origini indopakistane - nel percorso e nella serie di riti mandatori che lo porteranno infine a sposarsi, attraverso un matrimonio combinato o, come si suol dire oggi, “assistito”, con la ragazza che i suoi genitori (ultratradizionalisti e rispettosi dei vecchi usi e costumi della loro terra e religione) hanno scelto per lui.
Inevitabilmente, come in ogni rom-com degna di questo nome, Zoe e Kaz sono segretamente innamorati l’uno dell’altra, ma sono ormai abituati a vedersi e comportarsi da amici che questa finzione, questo velo di Maia si è ormai impostato e configurato come qualcosa di reale, come la loro verità.
Ciò detto, è però riduttivo definire e vedere What’s Love? soltanto come film evidentemente figlio di una tradizione cinematografica, che oggi pare quasi possa produrre solo cloni dello stesso prototipo o, nei casi più fortunati, brillanti tentativi di ribaltamento, i quali, tuttavia, non possono eccellere col solo utilizzo ed impiego di luoghi comuni e cliché del genere (tant’è che, nella maggior parte dei casi, finiscono per ripiegare proprio su quei lidi tanto dissacrati).
Nel caso di Kapur, parliamo innanzitutto di un’opera che riesce, nonostante tutto, a mantenere in equilibrio proprio queste due possibili ed autarchiche emanazioni della commedia romantica contemporanea. Una capace di tenere insieme un lato più lezioso e zuccheroso - quest'ultimo, non sempre brillante, energico, travolgente e ben congegnato, benedetto da una Emma Thompson irrefrenabile, vulcanica, su di giri e talora un po' soffocante, penalizzato invece dalla mancata chimica o, come direbbe qualcuno, dal “feeling” impalpabile tra i suoi due interpreti principali (una Lily James troppo frigida ed un Shazad Latif inespressivo e mai intenso), e privato del tutto dal comparto musicale, che nella grammatica del filone è una componente a dir poco essenziale - ed uno, viceversa, più concentrato nell’aggiornare una formula già vista e rivista alla contemporaneità, ai suoi temi e alle sue espressioni in fatto amoroso.
Dalle app di dating alle rivisitazioni e reinterpretazioni woke delle fiabe classiche, passando per la fluidità identitaria e sessuale, fino ad arrivare ai grandi temi del femminile, dell’inclusività, della rappresentazione e della rappresentatività: un’indole del testo, quest’ultima, che Kapur e Khan portano avanti e sviluppano con una forte vena ironica e sarcastica, con picchi da commedia nera e molteplici stoccate alla cultura del politically correct, intesa più come un modo proteiforme e variopinto, che non come un'imposizione necessaria, limitante, censoria ed esclusiva, al fine di trattare lo stesso argomento da più punti di vista.
Non solo, What's Love? è anche e soprattutto un interessante ed imprevisto racconto metatestuale. Un film che parla di come la rappresentazione, il cinema e l’audiovisivo (ossia il vedere le nostre vite su schermo o attraverso quelle degli altri) influenzi le nostre scelte, la nostra coscienza, addirittura il nostro futuro e ci porti, per mezzo di una composizione finzionale (e funzionale), a gettare la maschera delle nostre finzioni ed abbracciare la verità dei nostri cuori.
E nel cercare (con la sicurezza di trovare) agio e conforto nella storia d’amore “a fuoco lento”, nella versione conservatrice e secolare (ma non per questo necessariamente negativa) del match di un algoritmo; e nel tentare, come sempre d’altronde, di estraniarsi, di porsi oggettiva, intangibile, invisibile, al di fuori di ciò che sta vedendo e filmando, di una storia che è poi la sua storia, sulla quale esercita potere di rappresentazione e racconto, Zoe - come lo spettatore del resto - si ritroverà invece coinvolta, diverrà complice e sarà messa in profonda discussione da una vicenda che lei stessa stuzzica e provoca inavvertitamente (e, per chi guarda, da un finale tutto fuorché imprevedibile, eppure imprevisto per la caratura drammatica ed emotiva su cui si informa).
Tutt’altra faccenda riguarda invece la mediocrità e la problematicità con cui viene reso e fatto percepire effettivamente il talento documentaristico della giovane londinese, che, a dispetto di ciò che più voci e personaggi continuano a ripeterci con insistenza durante tutto il corso del film, è davvero il più grande mistero ed interrogativo di una pellicola, al contrario, complessivamente attenta e precisa in quello che fa e dice.
Ed è anche per questa scivolata di percezione e sospensione dell’incredulità che What’s Love? non è e non può nemmeno ambire allo status di buon film, di vibrazione memorabile, o ancora a quell’appuntamento obbligato, a quel passaggio obbligatorio per gli amanti del genere che prometteva di essere e di cui aveva tutti gli ingredienti giusti.
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