TITOLO ORIGINALE: Unhinged
USCITA ITALIA: 24 settembre 2020
USCITA USA: 31 luglio 2020
REGIA: Derrick Borte
SCENEGGIATURA: Carl Ellsworth
GENERE: thriller
Uno psicopatico omicida insegue una giovane madre per le strade di New Orleans, dopo che quest’ultima gli ha suonato il clacson ad un incrocio. Perfetto B-movie thriller con leggerissime punte di horror, Il giorno sbagliato è un ottovolante di tensione e violenza. Un Russell Crowe istrionico e dal fisic du role perfetto è il protagonista assoluto di un inseguimento automobilistico estremamente divertente che non si fa problemi ad esagerare e richiedere allo spettatore una costante sospensione dell’incredulità. Un guilty pleasure a tutto tondo, nonché scelta adatta per chi va cercando un film che gli faccia trascorrere un’ora e mezza in piena tranquillità.
Premessa. Probabilmente, la recensione che state per leggere sarà leggermente diversa rispetto allo standard degli articoli presenti su questo blog - il che non si traduce automaticamente in superficialità o inconsistenza di quanto riportato e sostenuto. E non me ne vogliate se questo pezzo, poiché preponderantemente soggettivo, non dovesse incontrare il vostro gusto, ma quello che sto per fare è solo uniformarmi al film in questione. Parliamo dunque del chiacchierato e tanto atteso (almeno dal sottoscritto) Il giorno sbagliato di Derrick Borte, regista indipendente praticamente semisconosciuto - qui al suo sesto lungometraggio - specializzato in commedie nere e mystery drama-thriller. Perché questa pellicola ha generato così tanto scalpore? Forse per la presenza di un Russell Crowe imponente e minaccioso in un ruolo che nessuno avrebbe mai pensato potesse appartenergli, forse per un trailer esagerato e violento o forse perché, a pelle, pareva tutto dannatamente divertente. Una cosa è certa: appena ultimata la visione, Il giorno sbagliato si è trasformato istantaneamente in un mio personalissimo “guilty pleasure”.
Introdurrei pertanto l’analisi con una citazione del Joker - tratta dalla graphic novel The Killing Joke di Alan Moore e Brian Bolland - che, a mio parere, inquadra alla perfezione il soggetto de Il giorno sbagliato: “Basta una giornata storta per trasformare il migliore degli uomini in un folle. [...] Una giornata storta. [...] Hai avuto una giornata storta e tutto è cambiato”. E proprio un (Il) giorno (sbagliato) storto è servito per trasformare L’uomo - così viene accreditato il personaggio di Crowe nei titoli di coda - in un pazzo omicida che, a causa di un tanto semplice quanto innocuo suono di clacson, renderà infernale la giornata di una povera malcapitata e dei suoi cari.
Sai cos'è un clacson di cortesia? È tipo così, leggero...
L'uomo (Russell Crowe)
Gli intenti e le volontà rappresentative dell'opera sono chiare e limpide fin dai primi, cruenti minuti. Non entrate in sala aspettandovi di vedere un film realistico, impegnato e dalle dinamiche plausibili o un’innovazione del genere thriller. Il giorno sbagliato non vuole essere niente più che un iperbolico ed esaltato heist/B-movie interamente rivolto ad un intrattenimento “cinicamente sadico” dello spettatore. E ci sarebbe solo da complimentarsi con regista e produzione per esser riusciti a creare, nonostante il budget risicato e i pochi elementi a disposizione, un cocktail che rispetta appieno le proprie finalità originarie, senza mai sopravvalutarsi. La pellicola non solo intrattiene, ma gestisce consapevolmente le proprie risorse, dando vita ad un clima di tensione che irrompe prepotentemente dal primo all’ultimo istante del racconto. Un pick-up massiccio ed intimidatorio, un'auto familiare decisamente più esile e difettosa, una coppia di telefoni e due figure dicotomiche e caratterialmente forti (seppur carenti di una vera e propria introspezione) - successivamente integrati con una regia solida e funzionale al racconto, un montaggio ritmato e tagliente ed una colonna sonora anonima ma incisiva - sono i pilastri fondanti un film schietto e brutale che non ha paura di osare e lasciare interdetto lo spettatore, premendo sull'acceleratore dello splatter.
Parlando di gore-splatter o, più generalmente, di horror, è praticamente scontato riconoscere in Tom Cooper/L’uomo il prototipo fatto e finito dell’horror maniac - al pari di figure storiche come Jason Voorhees, Freddy Krueger e Leatherface. Per premesse, struttura e progressione degli eventi, Il giorno sbagliato non sfigurerebbe affatto se accostato ad un tipico slasher anni ‘80. Infatti, riflettendoci meglio, è possibile individuare numerosi punti di contatto tra suddetto filone e la pellicola di Borte, giacché essa racconta uno scontro, con accezione automobilistica, tra uno psycho-killer spietato e feroce ed una final girl dei tempi moderni, in cui ricoprono un’importanza vitale una rappresentazione feroce delle uccisioni, l’ambientazione claustrofobica (l’automobile) e il carisma del villain - vero protagonista del racconto - che, per imponenza fisica, parziale invincibilità e crudeltà, ricorda apertamente Michael Myers, l’iconico assassino mascherato di Halloween (1978). E i riferimenti non finiscono qui, dal momento che intreccio e sviluppo si basano quasi unicamente sulla trasposizione “aggiornata” di cult del genere thriller-horror. Un prologo che, citando palesemente il Joel Schumacher di Un giorno di ordinaria follia (1993), fluisce in un gioco mortale alla Saw - L’enigmista (2004), ripiegando poi su leggere note da home invasion, è l’ossatura di uno script di fatto insufficiente. Tra buchi di logica, forzature, dialoghi pretestuosi, svolte volutamente trash ed un finale a dir poco ridicolo, la sceneggiatura de Il giorno sbagliato testimonia una costruzione filmica completamente indirizzata ad un’azione dirompente ed ansiogena, richiedendo allo spettatore una continua ed individuale sospensione dell’incredulità e contestualizzazione rispetto a quanto mostrato su schermo.
Ciò nonostante, questa sceneggiatura, così marginalizzata e derivativa, non penalizza un’attuazione sommariamente riuscita - anche se non sempre perfetta - che soddisfa i propri scopi emozionali ed esperienziali di partenza. Il giorno sbagliato è un ottimo B-movie che, facendo del “less is more” il proprio mantra, riesce a lasciare un segno della propria incessante corsa nella mente e, soprattutto, nel cuore del pubblico. Un thriller-horror “unhinged” (svitato, questa la traduzione del titolo originale) che sa intrattenere e che, per fortuna, si astiene dall’essere qualcosa che non è e non potrebbe mai essere. Il ritorno in gran carriera - dopo il disastro de La mummia (2017) e il sottovalutato Boy Erased (2018) - di un Russell Crowe, radicalmente trasformato e dal fisic du role perfetto, che manipola le reazioni e sensazioni del pubblico anche soltanto con una smorfia del viso. Pertanto, se cercate un ottovolante di tensione con cui passare un’ora e mezza leggera e cinematograficamente deliziosa, Il giorno sbagliato è il film che fa per voi.