TITOLO ORIGINALE: The Kissing Booth
USCITA ITALIA: 11 maggio 2018
USCITA USA: 11 maggio 2018
REGIA: Vince Marcello
SCENEGGIATURA: Vince Marcello
GENERE: commedia, sentimentale
PIATTAFORMA: Netflix
Elle riesce, per una serie di coincidenze, a baciare il ragazzo che le piace, ma questo potrebbe portare ad una rottura del rapporto con il suo migliore amico. La ragazza deve così scegliere tra amore e amicizia. Tra citazioni ad esponenti ben più noti del genere rom-com/teen drama come The Breakfast Club e Notting Hill ed un’estetica da film originale Disney Channel, The Kissing Booth si rivela essere un Netflix Original che, dietro coraggiose premesse ed interpretazioni credibili, nasconde valori retrogradi e discorsi sessisti veramente spiazzanti, facendo del film un compitino compiacente ed accomodante che fa di classicità e tradizione il suo leit motiv principale.
Nati nello stesso giorno e nello stesso ospedale, Elle e Lee sono migliori amici da che hanno memoria. Così inseparabili da poter essere quasi scambiati per fratelli, questi non possono fare a meno l’uno dell’altra. Ciò nonostante, la loro amicizia non è come tutte le altre. Il loro rapporto è basato infatti su una lista di regole che i due stilarono quando avevano sei anni e che, da allora, seguono religiosamente. Tra queste, ve n’è anche una che impedisce ad entrambi di avere una relazione amorosa con i rispettivi parenti - nello specifico, ad Elle di frequentare il fratello maggiore di Lee, Noah, conosciuto a scuola per essere un abile e spavaldo donnaiolo. Peccato però che, alla ragazza, quest’ultimo non sia del tutto indifferente. Tuttavia, per non venir meno alla promessa fatta con l’amico, la giovane tenta in tutti i modi di reprimere questa gigantesca cotta che, ogni anno, matura sempre più. Per fare in modo che questo vaso di Pandora venga aperto, serviranno uno stand di baci (Kissing Booth, per l’appunto) ed una fortunata coincidenza che costringeranno Elle a scegliere, una volta per tutte, tra amore e amicizia.
Basandosi sull'omonimo romanzo - nato sulla celebre piattaforma di scrittura Wattpad - di Beth Reekles, lo semisconosciuto Vince Marcello firma un teen drama che, pur volendo essere uno dei maggiori esponenti attuali del genere, rimane fin troppo fedele e conforme alla sua tradizione ed eredità. Da un punto di vista stilistico-estetico, ma anche e soprattutto tematico-narrativo, The Kissing Booth può essere visto come la naturale e coerente evoluzione di film originali Disney Channel come Teen Beach Movie, StarStruck e i vari High School Musical, Camp Rock e Lemonade Mouth (escludendo l’accezione musicale). Registicamente parlando, Marcello supporta la pellicola con una visione registica che si accontenta di accompagnare in modo corretto e subordinato la narrazione e lo sviluppo degli eventi, senza emergere o distinguersi particolarmente. Seguono a ruota una fotografia patinata che ben si confà alle atmosfere e alla vicenda narrata, una colonna sonora divisa tra melodie e motivi musicali sentiti e risentiti in mille salse differenti ed omaggi tanto inaspettati quanto puntuali a brani che hanno fatto la storia dei teen drama/young adult (per esempio, un riarrangiamento di Don’t You (Forget About Me) dei Simple Minds, inclusa nella colonna sonora del leggendario The Breakfast Club).
Un discorso a parte è da dedicare invece al montaggio - confusionario, disorganizzato, talvolta fin troppo dinamico ed energico con stacchi ogni due secondi e scavalcamenti di campo controproducenti - che fa crollare complessivamente il valore qualitativo della produzione. Il comparto tecnico di The Kissing Booth - successivamente completato da una messa in scena convenzionale, composta da intere sequenze, imbarazzanti e ferme nel tempo, in cui il regista sembra avere una fascinazione particolare nel mostrare l’interprete di Noah con magliette attillate o senza alcun indumento (ce ne sono più di quanto pensassi) - si mostra quindi come un compitino compiacente ed accomodante tra classicità e tradizione, configurandosi come parte fondante di un film che fa proprio di classicità e tradizione i suoi leitmotiv principali, anche e in particolar modo a livello di sceneggiatura.
Vuoi sapere la verità? Tu sei l'unica ragazza che non cade ai miei piedi... E' una cosa che mi fa impazzire, ed è una delle cose che mi piacciono di te. Sei dolce, ma sai tirare fuori anche le unghie se serve.
Noah Flynn (Jacob Elordi)
Seguendo a ruota la scia delineata dall’apparato tecnico-stilistico, la sceneggiatura di The Kissing Booth - ad opera sempre di Vince Marcello - appare caratterizzata da diversi e vari stimoli, idee ed influenze che, se da un lato, tentano di aggiornare alcuni cliché tipici del genere, dall’altro, danno vita a momenti, dialoghi e discorsi che necessiterebbero di una svecchiata. Tra i principali pregi della scrittura del film troviamo sicuramente una rivincita della figura del nerd, del videogamer goffo ed impacciato - imprescindibile in ogni teen drama dagli anni ‘80 in poi -, qui identificato e diluito con altri elementi di caratterizzazione niente meno che nei due protagonisti del racconto. Malgrado ciò, pur apportando una visione contemporanea alla costruzione di alcuni suoi personaggi, The Kissing Booth rimane intrappolato in dialoghi dagli esiti prevedibili, una comicità che sa di vecchio/anni ‘90-2000 e soluzioni e sviluppi narrativi che inciampano nell’utilizzo di meccaniche abusate come la coincidenza, la casualità e il destino degli eventi.
La stessa argomentazione può applicarsi a gran parte dei valori tremendamente retrogradi ed oltremodo spiazzanti su cui si basa la sceneggiatura. Ne sono un esempio lampante l’intero rapporto (prima di quello amoroso vero e proprio) tra Noah e Elle - incentrato quasi interamente sull’idea del maschio alpha che deve salvare la damigella in pericolo/impedire a questa di uscire con ragazzi che non gli vanno a genio - e l’amicizia tossica e claustrofobica tra Elle e Lee attorno a cui ruota tutto l’intreccio. Neanche fossimo nell’800, ad un certo punto, vi è perfino la classica scena del ragazzo che va a chiedere il permesso di fidanzarsi al padre dell’amata. Ovviamente, tutte queste soluzioni hanno esiti positivi e modernizzati, ma anche solo l’idea di inserirli in una pellicola del 2018 è segno di una scrittura antiquata e fuori tempo massimo. In ultima battuta, il racconto del film - godibile ed intrattenente se analizzato superficialmente - non è certo migliorato dalla presenza di una storyline secondaria omosessuale appena accennata e abbastanza inutile ai fini della trama, da passaggi di caratterizzazione, a volte sottintesi, altre volte fin troppo fulminei, e da attori che, seppur in parte, non risultano credibili come sedicenni.
Non bastano alcune citazioni a prodotti ben più noti come Tutti insieme appassionatamente, 10 cose che odio di te e Notting Hill per fare di The Kissing Booth un buono, addirittura ottimo, teen drama. Dietro premesse ed intenzioni lodevoli ed un ritmo leggero che tiene costantemente alta e viva l’attenzione dello spettatore, la pellicola di Vince Marcello nasconde un comparto tecnico ed una sceneggiatura che rimangono continuamente recluse nello sgabuzzino della tradizione e della classicità, dando vita a momenti e situazioni tanto retrograde e sessiste quanto prevedibili e stucchevoli. Il livello di scontatezza e conformità è talmente evidente da rendere The Kissing Booth il solito e tipico film Netflix con cui passare due ore in tutta spensieratezza. Però, da qui ad essere al livello di esponenti del genere come The Breakfast Club, la strada è lunga… e tutta in salita.