Tra sorprese, delusioni, grandi conferme e grandi ritorni, ecco la mia personalissima top e flop dell’anno cinematografico 2019. Un anno molto alto, dal punto di vista qualitativo delle svariate pellicole che ho avuto il piacere di vedere. Ma, anche un anno di tristezza e delusioni per alcuni franchise storici e seguiti di pellicole che avevo apprezzato
Il regista di Chiamami col tuo nome, Luca Guadagnino dirige questo remake dell’omonimo thriller/horror di Dario Argento, divenuto ormai cult. Per l’occasione, cambia totalmente il contesto storico e lo sfondo della propria vicenda e confeziona un film quasi perfetto sotto il profilo tecnico, con una fotografia assolutamente espressiva e claustrofobica, location oppressive, interpreti stellari come Tilda Swinton – impegnata, qui, in tre ruoli diversi – e una colonna sonora ipnotica e ben riuscita. Suspiria di Guadagnino, in molti punti, supera il capostipite di Argento, soprattutto dal punto di vista narrativo.
Film di: Luca Guadagnino
Con: Tilda Swinton, Dakota Johnson, Mia Goth, Lutz Ebersdorf, Jessica Harper
Durata: 152 minuti
Senza ombra di dubbio il film più intimo, biografico e metacinematografico di Almodovar. Una regia significativa, soggettiva ed espressiva conduce ottimi interpreti come Antonio Banderas – irriconoscibile nel ruolo dell’alter ego di A. – e Penelope Cruz in un viaggio nella mente di Salvador, regista in una depressione e crisi esistenziale serie. Il film ripercorre la vita dell’artista tra passato e presente, trattando con estrema delicatezza la tematica dell’omosessualità e del declino artistico.
Film di: Pedro Almodovar
Con: Antonio Banderas, Asier Etxeandia, Leonardo Sbaraglia, Penelope Cruz
Durata: 113 minuti
Yorgos torna alla regia dopo l’ipnotico Il sacrificio del cervo sacro e confeziona un film assolutamente strepitoso, denotandolo di una regia magniloquente ed estremamente espressiva. A completare il mosaico – molto vicino alla perfezione – tre grandissime interpretazioni femminili, da premio; una colonna sonora ipnotica e sontuosa ed una sceneggiatura sempre sul filo del rasoio, ossessiva, grottesca e viziosa al punto giusto
Film di: Yorgos Lanthimos
Con: Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz
Durata: 120 minuti
Noah Baumbach firma un film che rasenta la perfezione estetica ed emozionale, costruendo un dramma familiare violento, travolgente, senza esclusione di colpi, con grandi interpretazioni ed una caratterizzazione e credibilità impressionante dei diversi personaggi. Storia di un matrimonio di Noah Baumbach è il film che nessuno di noi ha mai chiesto, ma di cui tutti avevamo bisogno. Un esempio di autentico cinema. Due ore di pure emozioni e di umanità grezza e palpabile.
Film di: Noah Baumbach
Con: Adam Driver, Scarlett Johannson, Laura Dern, Ray Liotta
Durata: 136 minuti
Dopo cinque anni, Celine Sciamma torna al cinema in veste di regista e sceneggiatrice con un film splendido, delicato e significativo allo stesso tempo. La pellicola, composta interamente da interpreti femminili, sfrutta la massima espressione del cinema, il primo piano, in una costante ricerca del mistero e della tensione dietro qualsiasi microespressione. Ritratto della giovane in fiamme è un autentico gioiello, un film dalla grazia rara, una pellicola da vedere e da analizzare, in cui ogni dettaglio, ogni micro-espressione, ogni particolare ha un senso, cela un significato ignoto e misterioso, in cui nulla viene dato per scontato.
Film di: Celine Sciamma
Con: Noemie Merlant, Adele Haenel, Valeria Golino
Durata: 120 minuti
Il regista dell’amato/odiato Star Wars: Gli Ultimi Jedi torna alla regia con un giallo mystery in pieno stile Agatha Christie con un cadavere, una schiera di parenti e conoscenti, una magione sperduta nel nulla ed un detective arguto e perspicace. Quello che manca? La verità. Un film imperdibile per amanti del genere e non. Knives Out – Cena con delitto è una pellicola assolutamente imperdibile sotto molti livelli, a partire dal cast eccellente e rinomato, arrivando alla cura e tecnica registica e di scrittura di Rian Johnson, che qui arriva alla sua quintessenza. Knives Out è, citando il detective Blanc, una ciambella. Il film assume una rotondità, inizia esattamente come è iniziato, tutto torna alla perfezione e torna anche la tazza d’apertura (primo elemento pro-filmico che vediamo) con su scritto My home, my rules, my coffee. Bisogna, però, vedere chi la impugnerà quella tazza.
Film di: Rian Johnson
Con: Daniel Craig, Chris Evans, Ana de Armas, Jamie Lee Curtis, Michael Shannon (II)
Durata: 131 minuti
Un Joaquin Phoenix camaleontico ed irriconoscibile nell’ultimo film di Todd Phillips, premiato con il Leone d’oro a Venezia. Un film crudo, angosciante, opprimente, spietato, sulla caduta e la rinascita di un fragile e sventurato escluso, come re del crimine. Questo è soltanto un lato dello sfaccettato Joker, un film sorprendente, originale, maestoso, crudo, viscerale, autoriale ed autentico. In sintesi, un vero pugno allo stomaco. Uno dei migliori film dell’anno, se non degli ultimi anni. Un capolavoro.
Film di: Todd Phillips
Con: Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Frances Conroy, Marc Maron
Durata: 122 minuti
Il nono film firmato Quentin Tarantino racchiude la summa del suo stile e della sua poetica. Una pellicola d’atmosfera, ricca di citazioni e riferimenti, che vuole dimostrare tutta la affezione di Tarantino per il cinema. C’era una volta a… Hollywood si colloca così nella top 5 dei migliori film di Quentin Tarantino (dopo Django Unchained, Bastardi senza gloria, The Hateful Eight e Pulp Fiction), mettendo in scena la potenza che possono avere la passione e l’attaccamento per qualcosa – in questo caso, il cinema, forgiatore, da sempre, di emozioni e grandi storie che, qui, Tarantino omaggia in modo esemplare e riuscitissimo.
Film di: Quentin Tarantino
Con: Leonardo Di Caprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Al Pacino, Margaret Qualley
Durata: 161 minuti
Bong Joon-ho, regista del film Netflix Okja e di Snowpiercer, dirige un’opera dinamica, polimorfa, assolutamente sensazionale e riflessiva. Una pellicola che rasenta la perfezione, in cui tutto è dosato e calibrato nella giusta misura. Un commentario sulla società contemporanea spietato, imperdibile per gli amanti del Cinema. Parasite è un opera di grande cinema, un mosaico di situazioni improbabili, violente e spietate, ma estremamente corrette e accordate nel complesso, in cui tutto ha un senso e nulla è come sembra.
Film di: Bong Joon-Ho
Con: Song Kang-ho, Sun-kyun Lee, Yeo-jeong Jo, Choi Woo-Sik, Park So-dam, Hyae Jin Chang
Durata: 132 minuti
Il regista di Quei bravi ragazzi e Casinò torna al genere del gangster movie, con un film tratto dall’opera letteraria di Charles Brandt, incentrata sulla vita dell’irlandese Frank Sheeran e sul caso della scomparsa del sindacalista Jimmy Hoffa. Una storia di amicizia, fedeltà, vita e morte, classica, ma, allo stesso tempo, sorprendente, in pieno stile scorsesiano, il quale ci ricorda, nuovamente, cosa vuol dire fare cinema, appassionare ed emozionare con immagini in movimento.
Film di: Martin Scorsese
Con: Robert De Niro, Al Pacino, Joe Pesci
Durata: 209 minuti
N.B. La seguente classifica, a differenza di quella sopra, non si basa sui voti in particolare di ogni singolo film, bensì sull’impatto, negativo ovviamente, che ciascuno di questi ha avuto su di me. I voti indicati, inoltre, differiscono spesso da quelli delle recensioni, essendo frutto di mesi di metabolizzazione delle pellicole, nella maggior parte dei casi, e di seconde e terze visioni.
Dwayne Johnson & co. tornano nel videogioco di Jumanji con questo secondo capitolo del reboot moderno del classico con Robin Williams. Un sequel assolutamente superfluo ed evitabile, a metà tra divertimento e noia e ripetizione. Una trama che stenta a sorprendere e troppo debitrice del primo capitolo, inesatta e piena di buchi rovina un’impalcatura tecnica accettabile, anche se non come quella del primo Benvenuti nella giungla. Un film di cui si dimentica quasi tutto appena varcata la soglia della sala, un film che non lascia nulla se non qualche buona interpretazione, qualche gag riuscita e due ore di divertimento precario.
Film di: Jake Kasdan
Con: Dwayne Johnson, Jack Black, Kevin Hart, Karen Gillan, Danny De Vito
Durata: 123 minuti
Il padre della saga di Transformers torna a far parlare di sé con la produzione Netflix più costosa di sempre. Un film fedele allo stile del regista, frenetico, rocambolesco, scatenato, eccessivamente lungo e confusionario con un cast ispirato – a differenza della sceneggiatura e della regia. 6 Underground è un film che vorrebbe intrattenenere, ma che finisce per annoiare, perché ridondante sia nella sua struttura che nei suoi sbocchi puramente trash che, alla lunga, diventano ripetitivi. Quello che mi ricorderò dell’ultima produzione Netflix (la più costosa)? Qualche scena puramente trash che mi ha fatto morire dal ridere e le varie citazioni di prodotti multimediali sparsi qua e là per la pellicola. Qualcuno fermi Michael Bay!
Film di: Michael Bay
Con: Ryan Reynolds, Mélanie Laurent, Adria Arjona, Dave Franco, Manuel Garcia-Rulfo
Durata: 127 minuti
Il live action Disney diretto da Jon Favreau spinge sull’accelleratore della nostalgia, ma si dimentica dell’empatia con i personaggi, penalizzata da una CGI asettica. Il film non incontra il cuore dello spettatore – se non per qualche elemento, come la colonna sonora. Spettatore che, quando uscirà dalla sala, si chiederà inevitabilmente, se ciò che ha appena visto non fosse che l’originale camuffato in una veste grafica moderna. Il senso umano della creazione di questo prodotto non si è ancora capito. Il Re Leone non è altro che una mera trovata commerciale per far ritornare i fan e amanti – tra cui il sottoscritto – dell’originale del 1994 in sala e per sbancare al botteghino.
Film di: Jon Favreau
Con: Marco Mengoni, Elisa, Edoardo Leo, Beyoncé Knowles, Luca Ward, Massimo Popolizio
Durata: 118 minuti
Tornano i Men in Black tra tradizione e novità, il risultato, però, non è quello sperato! Con International, la saga degli uomini in nero tocca uno dei suoi punti più bassi. Men in Black International è un film di cui non si sentiva il bisogno, ma che non è totalmente un disastro come molti vogliono dipingerlo. Ha sì i suoi difetti, una sceneggiatura che frequentemente scricchiola sotto la sua mediocrità, un comparto tecnico poco ispirato e la mancanza di una propria identità ben precisa; ma possiamo dire che rispetta gli obiettivi che si prefigge, ovvero intrattenere. Un paio di storture ci sono, anche, per esempio, nell’inserimento forzato del politically correct che risulta, alla fine della fiera, fuori luogo. In sintesi, la pellicola deluderà completamente i fan dei primi tre film, di cui possiamo ritrovare soltanto il feeling del duo e la componente comica (anche se troppo marcata e non sempre riuscita); ma piacerà e soddisferà in pieno il grande pubblico, il pubblico generalista. Ciò non significa però che Men in Black International non scomparirà dalla memoria collettiva di tutti tra qualche mese, diventando addirittura un film fantasma in pochi anni!
Film di: F. Gary Gray
Con: Chris Hemsworth, Tessa Thompson, Liam Neeson, Emma Thompson, Rafe Spall, Kumail Nanjiani
Durata: 115 minuti
Pet Sematary è un remake e trasposizione sbagliata dell’omonimo romanzo dell’orrore del genio Stephen King. Una sceneggiatura claudicante e quasi inesistente, che salta moltissimi passaggi importanti del libro e ne velocizza molti altri, arrivando ad un finale fin troppo frettoloso nel chiudere; fa da base per un prodotto horror non troppo brillante. Il film lascia un po’ d’amaro in bocca ai fan di King e degli horror in generale ed entra a far parte della folta cerchia di film horrorifici dimenticati da tutti e persi nel nulla. Un vero peccato!
Film di: Kevin Kölsch e Dennis Widmyer
Con: Jason Clarke, Amy Seimetz, Jeté Laurence, Hugo Lavoie, Lucas Lavoie, John Lithgow, Obssa Ahmed, Naomi Frenette, Alyssa Brooke Levine
Durata: 101 minuti
Il regista del quinto capitolo di Pirati dei Caraibi dirige un sequel superfluo, con una sceneggiatura derivativa, un ritmo non sempre regolare ed una dipendenza da Angelina Jolie fin troppo necessaria e ricalcata. Maleficent Signora del Male cede sotto la pressione di una sceneggiatura deboluccia che si accontenta di soluzioni e risvolti di trama facili e banali, di una svalutazione e distacco dal capitolo precedente – che, comunque, presentava temi e scelte interessanti ed ardite, nonostante la conclusione troppo frettolosa – e una regia quasi completamente asservita alla narrazione, senza alcuno spunto interessante. Un seguito ed un film non così attesi e richiesti.
Film di: Joachim Rønning
Con: Angelina Jolie, Michelle Pfeiffer, Elle Fanning, Sam Riley, Imelda Staunton, Juno Temple
Durata: 118 minuti
Dopo quasi sette anni dal successo del primo capitolo, Disney riporta al cinema il mito di Elsa ed Anna, imbastendo una vicenda fin troppo classica, giocando su un terreno ormai largamente battuto da altri prodotti del genere. Un film che avrebbe potuto regalare e raccontare molto di più. Un’opportunità sprecata, nulla di speciale, se non un film per famiglie, godibile, divertente, con cui passare due ore in maniera spensierata. Un’avventura consueta e già vista che regala (pochi) momenti riusciti e memorabili. Una pellicola che – se fosse stata audace e avesse azzardato un po’ di più sia per quanto riguarda i segreti auspicati e l’evoluzione dei personaggi – avrebbe potuto regalare un viaggio a dir poco indimenticabile ed irripetibile, tra i segreti ed i misteri di Arendelle e della sua Foresta incantata. Peccato, veramente peccato, perché sarebbe stato un gran colpo per mamma Disney.
Film di: Jennifer Lee e Chris Buck
Con: Serena Autieri, Serena Rossi, Enrico Brignano, Paolo De Santis, Idina Menzel
Durata: 103 minuti
Andy Muschietti firma un seguito molto inferiore al primo, quasi inclassificabile, caratterizzato da una tensione minima, effetti in CGI disastrosi, una sceneggiatura schematica e una durata fin troppo eccessiva. IT – Capitolo Due è un film deludente, sicuramente molto inferiore rispetto al primo capitolo, che, due anni fa, aveva sorpreso e portato speranza nei cuori di tutti coloro che amano Stephen King o che amano l’horror. Il film presenta, come la miniserie con Tim Curry, moltissime mancanze per quanto riguarda la mitologia, il background, la storia e la spiegazione della natura dell’entità che è It. Le aspettative per il sequel di IT del 2017 erano molto alte e c’erano tutti gli elementi per rendere questo film un buon seguito e un buon adattamento del romanzo. Peccato, però, che, la sceneggiatura pessima e poco curata, le scene horror anticlimatiche, quasi comiche, la CGI penosa e, a tratti, trash e il finale allungato e deludente, abbiano completamente disintegrato e distrutto tutto ciò che, di buono, si era arrivato a costruire in quel “lontano” 2017.
Film di: Andy Muschietti
Con: James McAvoy, Jessica Chastain, Isaiah Mustafa, Jay Ryan, James Ransone
Durata: 165 minuti
Brian de Palma dirige una pellicola in cui si riconosce il suo stile, ma che risulta molto old school, banale e scontata. Il film non riesce mai, e dico mai, a trovare una propria identità. Non si sa se sia un revenge movie, se sia un film quasi di denuncia degli atti terroristici compiuti dall’ISIS e di una rappresentazione di come questi individui sono spinti ad uccidere e, in seguito, e suicidarsi in nome di un qualcosa di superiore. Non si sa se sia una citazione di De Palma ai film action old-school come Mission:Impossible. tutto la pellicola non è altro che una costruzione fallimentare della tensione, un’approssimazione al limite del crimine e un voyeurismo anche dal punto di vista della sceneggiatura che conta molteplici colpi di scena prevedibilissimi. Insomma, un qualcosa di catastrofico. Brian De Palma non era mai arrivato a disconoscere una propria opera. Almeno fino a Domino.
Film di: Brian De Palma
Con: Nikolaj Coster-Waldau, Carice Van Houten, Guy Pearce
Durata: 89 minuti
J. J. Abrams torna alla regia della saga di Star Wars, tirando le fila di una pellicola deludente, a metà tra fan fiction e grandi aspirazioni visive e narrative. Concentrato sia a riparare al mezzo disastro dell’amato/odiato Gli ultimi Jedi sia a concludere l’arco narrativo di Luke & co., L’ascesa di Skywalker non lascia nient’altro che alcuni momenti memorabili, in un miscuglio di nostalgia e mediocrità narrativa. Un completo disastro, nonché la più grande delusione dell’anno! Due ore e trenta che potevano essere utilizzate molto meglio, per esempio, spiegando la logica di alcuni personaggi, introducendo meglio molti elementi e molti risvolti e soprattutto dando un senso più coeso, uniforme, epico e conclusivo al tutto. Va bene, lo scontro, il climax finale con Palpatine può essere bello quanto vuoi visivamente, ma deve essere contestualizzato ed introdotto adeguatamente per sfruttarne completamente le potenzialità sia emotive che narrative. Tra personaggi inutili come Finn – trattato malissimo – Rose, Lando, R2D2, Leia e molti altri, scene che possono risultare significative, emozionanti ed evocative se, alla base, ci fosse stata una vicenda trattata in modo certosino e curato, un montaggio disastroso, una regia ed un ritmo altalenanti, una sceneggiatura scritta frettolosamente in riparo ad Episodio VIII ed approssimativa. A malincuore, così, si chiude l’epica saga degli Skywalker. Una storia che ha emozionato e stregato intere generazioni, rivoluzionando la storia del cinema per come la conosciamo. Peccato che tutta questa grandezza abbia come punto di chiusura, come parentesi finale, L’ascesa di Skywalker, ultima disastrosa fatica – in ambito Star Wars – di mamma Disney, dopo l’acquisizione della Lucasfilm. Un vero disastro. Una vera delusione. Peccato, solo peccato.
Film di: J.J. Abrams
Con: Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac
Durata: 155 minuti